BASA
294 Alberto Careggio convenzionalismo, schivava ogni pedanteria. Per questo i suoi quadri non ebbero valutazione pari a merito. Questo schivo gli veniva in certa qual maniera dal proprio ca– rattere; che, era uno strano tipo d'artista Antonio Artari. Alieno dal mondo chiassoso, dai lieti conviti, dai geniali ritrovi d'amici egli viveva da sè, tutto compreso dell'arte che era il suo sogno, il suo unico amore. Più di una volta lo vidi errare solingo per sentieri reconditi, lungo le acque, su per l'erta, con l'inseparabile pipetta in bocca, rac– colto, cogitabondo, sostando, a quando a quando, per ammirare un prospetto, fissarselo, ribadirselo in mente. Benchè solitudine ed isola– mento gli piacessero, non fuggiva la società, ma non la ricercava per innata timidezza; aveva la parvenza di un misantropo burbero e spi– noso, eppure era dolce e cortese, una sintesi di bontà. Non appartenne mai a nessuna cricca artistica - gli artisti, aìla stregua dei letterati e dei politicanti, hanno essi pure la loro cricca ed è potente e temibile - e gli venne meno quell'appoggio morale, quella piattaforma per alzarsi, per librare il volo che le conventicole di mutua esaltazione offrono ai partecipanti per lo strombazzamento delle opere per essere aureolati ». 18 18 Venerdì della Contessa, n. 31, 1914.
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