BASA
302 Alberto Careggio in maniera da destare illusione, e la grisaille (bianco e nero), eccellente per imitare i bassorilievi, gli oggetti che si suppongono bianchi. Negli indicati generi di pittura, essi esplicano un loro :;tile proprio, carat– teristicamente personale, che rifulge in tutte le opere e che risponde all'animo, al temperamento e (mi si perdoni quest'ultima eresia) al clima del paese. I personaggi da essi rappresentati sugli edifizi sacri sono sempre severi, composti, pieni di celeste visione, respirano in una serena atmosfera di quiete; pregano, adorano, soffrono senza quei movimenti violenti e convulsi che fissano lo sguardo e lo cattivano; nessuna tragicità li commuove, nè commuove, im– pressiona chi li mira (e di questa manchevolezza taluni fanno loro addebito). Neppure sfoggio di colori violenti, di tinte vivaci; ogni cosa è avvolta come da una penombra di mistero, l'ombra delle grandi montagne che attenua le linee e rende indecisa la luce... Si può fare appunto alle mosse che sono un po' dure, agli scorci che sono un po' crudi, ai panneggiamenti che alle volte non hanno la voluta morbidezza .. . ma i caratteri etnici dell'abitatore delle Alpi non sono tali ? ». Tibaldi, op. cit. pp. 33-35 « Les figures des frères Artari sont une louange symbolique et nous sou– haitons que le peuple sache comprendre le langage de l'art et qu'il sache re– connaitre que ce:; calmes figures enseignent que seule la vertu unifie l'ame et lui donne la paix tandis que hors de la vertu il n'y a que du désordre et du repentir ». J. Due in La Doire, n. 44, 1920 « Le pitture degli Artari sono sempre informate allo stile dell'ambiente sie desso romanico, barocco, o altro ». Tibaldi, op. cit. p. 32 « Leur culture était profonde, ils puisaient leur inspiration dans le moyen age, alors que l'art était plus pur et uniquement animé par le sentiment religieux. Leur manière sobre, chatiée, tranche nettement :;ur la surcharge d'or– nementation lourde qui nous affiige dans la plupart de nos Eglises du Piémont. Ils feront époque; plus tard on appréciera leur valeur plus qu'on n'a su le faire, car ils ont lutté contre l'entrainement et la perversion du goiìt de l'époque ». Le Pays d'Aoste, n. 52, 1924
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