BASA

Introduzione 9 tinaja di mille franchi. Cultore esimio delle cose patrie scrisse preziose e diligenti memorie tratte da documenti autentici, ch'ebbe dagli Archivii della Città, dall'Abazia di Santo Stefano, e che si conservano nell'Archivio Vescovile. Quale medico distintissimo diede prova della profonda sua scienza con vari Mss . in materia medica che parimenti si con– servano, e sono: I Consulti - De remediorum actione in humani corporis partibus - Le risposte a consulti che riceveva da tutte le parti d'Italia, ed una illustrazione che fece ad una preclara Opera di Giuseppe Reina Consigliario e Medico del Re Carlo Em– manuele III. Era socio della facoltà medica e dell'Accademia di Torino, aggregato all'Istituto delle scienze di Bologna». Non è ovviamente nostro compito occuparci in questa sede dei manoscritti medici del Robesti, oggi conservati con somma cura presso la Biblioteca Diocesana d'Ivrea, e che recentemente sono stati oggetto d'accurate indagini. Il nostro interesse rimane circoscritto all'opera storiografica del pro-archiatra, rappresen– tata dal codice che tosto esamineremo. II ESAME DEL MANOSCRITTO Trattasi d'un manoscritto autografo, miscellaneo, datato 25 luglio 1763, con aggiunte posteriori dell'A. (1765-1778) e d'altra mano (concernono i vescovi di Ivrea sino a Mons. Luigi Paolo Pochettini, che fece il suo ingresso in diocesi nel 1824), di cm. 30 x 20, rilegato in pelle con dorature sul dorso, con sovra la scritta, sbiadita, No tizie Storiche. Ivrea - Biblioteca Diocesana - Cod. SL.V.23-A-D. Sul verso della copertina, incollato, trovasi I' ex-libris, a stampa di Giuseppe Norberto Nicola Robesti Cittadino e Cano– nico della Cattedrale d'Ivrea. Questo ex-libris ha costituito la fonte della falsa attribu– zione del manoscritto al can. G.N.N. Robesti, figlio primogenito dell'Autore. Ignorasi in quale epoca ed in quali circostanze il codice sia poi passato all'Archivio Vescovile (G. Saroglia, op. cit., p. 171).

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