BASA

418 Bibliographie Nel 1354 Bonifacio de Roisan venne stipendiato pure con 50 fiorini tramite il castellano di Aosta e « nello stesso anno fece da tramite per un pagamento ad Aymone di Challant » risultando essere anche capellanus. Nel 1356 lo sti– pendio gli venne pagato dal Castellano di Aosta sul reddito della « Charteria » della Città. Il pagamento dello stipendio tramite il Castellano e non attraverso la Tesoreria denuncia le difficoltà dei pagamenti che già venivano normalmente effettuati con molto ritardo, difficoltà derivanti dal dissesto delle finanze sabaude dovuto all'espansione territoriale dello Stato ed alle ingenti spese per la spe– dizione di Amedeo VI in Oriente, là ove compì la celebre liberazione di Gallipoli. Soltanto i donativi degli abiti venivano generalmente fatti attraverso la Tesoreria e costituivano un particolare segno di stima e di gratitudine, nonchè un mezzo per più sentimentalmente vincolare i medici alla Corte. D'altra parte la benevolenza del Conte ed il prestigio di cui godevano i medici consentivano di ampliare i compiti dei sanitari ai quali era pure permesso l'esercizio di altre profes:;ioni, quali quelle di banchiere, di commerciante o altro. Pertanto viene anche sottolineata la figura del medico ecclesiastico, come nel caso di Bonifacio de Roisan e di Pietro Gagliardi, tanto più che i medici erano generalmente presenti agli atti testamentari dei loro Signori. L'Autrice segue tutti i principali spostamenti di Bonifacio di Roisan, che troviamo al seguito di Amedeo VI da Belley a Gay (nel 1355) a Rivoli (nel 1356, dove curò il Cancelliere Giovanni Ravais ed il paggio Guido di Chevalley), a Chambéry e ad Annecy (nel 1359), ed ancora a Rivoli, ove si ammalò ri– manendo ospite del castello, con cavalli e servitori, ancor dopo la partenza del Conte. Ritornato a Chambéry nel 1360 gli furono dati 50 fiorini come rimborso per le spe:;e sostenute per la sua malattia ed in quello stesso anno assistette (con Guido Albini uscito da famiglia di celebri medici) alla nascita di Amedeo VII. In quell'occasione la Contessa Bona di Borbone, moglie di Amedeo VI, elargì al nostro Bonifacio un dono straordinario di 20 fiorini, il che ci ricorda come il problema della gravidanza era particolarmente sentito in tutte le Corti per ragioni dinastiche. Nel sottoscrivere la ricevuta di quei 20 fiorini « Maestro Bonifacio » pose il suo sigillo in cera, di color verde, recante il suo stemma e la scritta « Sigillum Bonifatii Augustensis ». La Contessa lo aveva in particolare stima ed a lui affidò in cura il fratello Pietro di Borbone onde, nel solo anno 1362, il nostro medico si portò ben quattro volte a Lione per visitarlo. Per la soddisfazione avutane la Contessa gli donò complessivamente 50 fiorini. Nel 1374 Bonifacio di Roisan si ritirò ad Aosta ove venne nominato Rettore della « Maladeria » per i lebbrosi. Da allora Amedeo VI diede dispo-

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