BASA

28 P. G. Robesti Nella sconfitta data al suddetto re Desiderio da Carlo Magno, restò questa città soggetta unitamente alle altre d'Italia a questo conquistatore, da cui fu per appanaggio conceduta a Carlo suo fi– gliolo, da cui indi ne derivorono (sic) li marchesi d'Ivrea più ce– lebri nella istoria. Di essa s'impadronì pure Arnolfo, re di Francia, come risulta da un diploma dato il dì quindicesimo delle calende di maggio dell'894 et si fortificò colle sue truppe nel forte di lui castello contro li sforzi di Guido imperatore che tentava, con li aiuti di Rodolfo re di Borgogna, di snidarlo da quello, come in fatti gli venne fatto nell'anno seguente. Pervenne indi tal marchesato per rettaggio in Berengario, se- ' condo di questo nome, quale dal marchesato di questa città fu sollevato al trono del regno d'Italia nell'anno 950, doppo di aver succeduto ne stati del marchese [ 8] Adalberto, suo padre, quale essendo stato genero di Berengario primo, re d'Italia, favorì Lu– dovico, re di Provenza, contro del medemo Berengario; indi, can– giato mantello, gli porse aiuto per rimetterlo nel regno. Questo Adalberto, marchese d'Ivrea, doppo la morte di Gisla, figliuola di Berengario, primo re d'Italia ed imperatore, dalla quale ebbe Berengario secondo, sposò Ermengarda, figlia di Adalberto, secondo duca di Toscana, le di cui disonestà non devono in questi scritti aver luogo. Nell'anno 921 accadde che unitosi con Odelrico, marchese et conte del Sacro Pallazzo, benchè tanto beneficato dallo stesso imperatore, et con Gilberto, potente e valoroso conte, segre– tamente tramarono una ribellione contra del medesimo augusto Berengario; di che insospettitosene, fece mettere le mani addosso ad Olderico qual diede in guardia all'arcivescovo Lamberto di Milano, per prendere poi quelle più opportune risoluzioni che stimasse. Ma Lamberto non più volle restituire allo imperatore il prigione confi– datogli, quale unito alli altri complici determinarono di chiamare in Italia, contro d'esso imperatore, Rodolfo II, re della Borgogna, [ 9] del che ne fu avertito Berengario. Portò il caso che in questo medesimo tempo erano calati in Italia li Ungheri, quali, adescati dallo stesso Berengario che desiderava di vendicarsi di questi suoi rebelli, volarono sul Bresciano per vie , sconosciute et arrivarono

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