BASA

30 P. G. Robesti non perdè tempo a fugirsene fuori d'Italia, con ricoverarsi presso di Ermanno, duca di Svevia. Per altra strada mandò anche verso la Germania Willa, sua moglie, abbenchè gravida di nove mesi et vi– cina al parto, la quale ebbe tanta forza e coraggio di vallicare a piedi quelle aspre montagne. Ma non puotè prevedere quel reale fanciullo Lottario che col salvare gli occhi a Berengario preparava a se stesso la perdita del regno e della vita, siccome in appresso vedremo. Ermanno, duca di Svevia, presentò poi Berengario ad Ottone, re di Germania, che l'onorò e regalò non poco et sel tenne ben caro nella sua corte. Giunta questa nuova al re Ugo, spedì ambasciatori ad Ottone, pregandolo di non ammettere il suo nemico Berengario et di non somministrargli aiuto alchuno con esibirgli in ricompenza gran somma d'oro e d'argento. Ma il re Ottone, che forse aveva già delle mire sopra l'Italia, gli [ 12] rispose di non haver bisogno delle altrui richezze e di non puoter negare ricovero e sussidio a chi ricorreva alla di lui clemenza. Faceva intanto Beren– gario instanza al re Ottone per ottenere un corpo di milizie da condur seco in Italia, ma indarno, perchè non mancavano impegni e bisogni ad Ottone in casa propria, e peroravano in favore del re Ugo li regali che di tanto in tanto andava ricevendo. Sapendo per– tanto che li prencipi d'Italia trovavansi tutti mal contenti del re Ugo pel suo aspro governo, et esser perciò odiato da popoli, mandò persona fida ad esplorare il luoro sentimento circa la sua persona; ed intesa la buona luoro disposizione, con poche truppe segreta– mente raccolte calò dalla Svevia il marchese Berengario da tutti so– spirato, perchè da tutti creduto che egli solo puotesse liberare l'Ita– lia dall'odiato re Ugo. Impadronitosi per tanto d'una fortezza chia– mata Formigara nelle parti di Trento, si maneggiò in modo con li prencipi italiani che gli fu consegnata Verona, Modena ed altre città; et essendo invitato altresì da Arderico, arcivescovo di Milano, ivi se n'andò, dove a gara, abbandonato Ugo, [ 13] accorsero li po– tenti italiani in suo favore . Consternato per tanto da tali circostanze, l'animo del re Ugo prese il partito d'inviare il figliuolo Lottario a Milano per pregare non solamente Berengario, ma il popolo tutto che se luoro non piaceva di avere più per re esso Ugo, almeno per amore d'Iddio tenessero per re il suo giovinetto figliuolo, che nulla

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