BASA
32 P. G. Robesti adunanza (7) de prencipi italiani, dall'ellezione de quali dipendeva allora il conseguimento della corona, elletto per re Berengario, mar– chese d'Ivrea et il suo figliuolo Adalberto, per il buon nome che appo tutta l'Italia correva di Berengario imperatore, di cui per via di Gilsa sua madre era nipote, come altresì per li maneggi sempre stati dall'accorto Berengario per tal fine adoprati; et furono ambi coronati nel giorno quintodecimo di decembre, nella chiesa di S. Michele Maggiore di Pavia. Non fu però longo nè tranquillo il regno luoro, mentre nel seguente anno quell'istesso Ottone che gli diè riffuggio in Germania, fingendo di fare un viaggio di divozione a Roma, [ 16] tenendo secrete prattiche in Italia, e conducendo seco un gagliardo esercito bensì, ma alla lontana, all'improviso s'incaminò verso Pavia che gli aprì le porte. In tali circostanze nulla opposizione fu fatta dall'accorto re Berengario, perchè attese solamente a salvarsi in un forte castello. Ma seguite varie turbolenze nella corte del detto Ot– tone, fu perciò costretto a ritornarsene nella Lamagna et Berengario ~d Adalberto accomodate come si potè le differenze che havevano con Ottone, si restarono nel libero possesso del regno d'Italia sino all'anno 961 in cui, ritornato Ottone il Grande per la valle di Trento in Italia col suo esercito, non trovò verun ostacolo per entrare in Pavia, dove trovò distrutto da Berengario il palazzo dei re, il quale ordinò che si rifacesse; et intanto Berengario e Willa sua moglie et li luoro figliuoli si ridussero in varie fortezze, senza osar di comparire coll'armi in campagna per opporsi alli felici progressi del re germanico, et da qui nascono le pretenzioni che da indi in poi ebbero li re di Germania sopra li stati dell'Italia. In circostanze tanto critiche Adalberto, formato un ammasso di truppe, si portò alla Chiusa nella valle d'Adige, affine [ 17] d'impedire l'ingrossa– mento dell'esercito di Ottone, et ivi stette un dì et una notte senza che udisse avicinarsi il nemico ! Quando eccoti molti di que' conti, cioè governatori delle città, pregarono il detto Adalberto di portarsi a Pavia per fare intendere al re Berengario suo padre di cedere ad esso Adalberto il governo del regno; che se accosentiva erano pronti (7) Prima lezione : radunanza.
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