BASA

38 P. G. Robesti italico andando con frode, palesamente militavano in favore di Ar– doino et di nascosto favorivano Arrigo, seguendo li frutti dell'ava– rizia. In fatti trovavansi alchuni manifestamente favorevoli et ade– renti al detto Arrigo, et altri occultavano le proprie inclinazioni impe– rochè Teobaldo, marchese, e l'arcivescovo di Ravenna, li vescovi di Modena, Verona e Vercelli apertamente si mantenevano fedeli al re Arrigo. L'arcivescovo di Milano poi et li vescovi di Cremona, Pia– cenza, Pavia, Brescia e Como manifestavano quel che, secondo le congiunture, gli tornava più a conto. Tutti però in commune bra– mavano il re Arrigo e supplichevoli, per mezzo di legati e lettere, lo invitavano a prendere le redini del regno italico. [ 29] Arrigo II, re di Germania, tra perchè gli stava a cuore l'Italia e perchè dalli suoi parziali gli veniva dipinta per assai facile la conquista di questo regno, doppo tre anni che governò pacifica– mente Ardoino senza esser turbato da guerre interne, ma con la fede vacillante di molti prencipi, sbrigato che fu da alchune guerre ci– vili, s'incaminò con un possente esercito a quella volta. Arrivato pertanto a Trento, trovò prese e ben fortificate da Ardoino le chiuse dell'Adige, in maniera che gli era cosa impossibile lo sforzare quel passo; sicchè per consiglio de suoi rivolse le sue speranze alli popoli della Carintia, li quali perciò si portarono ad occupare un'altra chiusa verso il fiume Brenta, non sapendosi precisamente se sul confine del Vicentino oppur del Trivisano, che non era custodita con tanta gelosia. Presa questa, Arrigo, col fiore della sua armata, per monti scoscesi e dirupi, tanto fece che da quella parte discese al piano d'Italia nelle vicinanze di esso fiume Brenta. Quivi [ 30] riposò le sue stanche soldatesche e celebrò la santa Pasqua. Et vallicata indi la Brenta, si accampò per ispiare li andamenti d'Ardoino, ma guari non andò che gli giunse il lieto aviso essersi sciolta la detta armata. Non aveva, come dissi, saputo Ardoino cattivarsi l'amore de pren– cipi, nè mancava allora in Italia chi credeva di puoter vantaggiare gli proprii suoi interessi sotto li re tedeschi e lontani. Sicchè puotè il re Arrigo senza contrasto veruno proseguire la conquista d'Italia; et in fatti fu ricevuto con applauso universale in Verona, Brescia e Bergamo, e colà venne ad incontrarlo Arnolfo II, arcivescovo di

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