BASA
40 P. G. Robesti imperiale. Quindi ritornatosi in Pavia et avendo ivi alquanto sog– giornato, s'incaminò di poi verso la Germania. [ 33] Aveva però egli messo appena il piede fuori d'Italia, che il re Ardoino, più feroce che mai, doppo esser stato ritirato in Ivrea nel suo forte castello, sboccò fuori e, ripigliate le armi, ricominciò un'asprissima guerra. Riprese pertanto con grande effusione di san– gue Vercelli, Novara, Pavia et altre città lombarde. Prestarono in– tanto aiuto ad Ardoino in questa mossa di armi varii prencipi, tra quali il marchese Oberto, Odelrico Manfredi, celebre marchese di Susa, perchè suoi prossimi parenti, li marchesi in oltre Ugone, Azzo, Adalberto et Obizzo. Fece però in modo colla sua astutezza Arrigo, che gli venne fatto di prendere questi marchesi dell'italico regno, quali pose alchuni in carcere, che ebbero modo di fuggirsene, et altri poi doppo, fattagli una seria riprensione, furono dal buon re Arrigo ben regalati et rimandati in libertà alle proprie case; per un atto di grande clemenza gli ristabilì nelli proprii luoro stati, per avergli più fedeli in avenire. [ 34] Doppo tredici anni di un torbido regno, terminarono fi– nalmente nell'anno 1015 tutte le bravure e sconsigliate speranze del re Ardoino, mentre cadde gravemente infermo et intese per fine quanto caduchi siano li regni della terra, perlochè sendosi ritirato nel monasterio di S. Benigno di Fruttuaria, sito nel suo marchesato di Ivrea et di cui anchora ritrovavasi al pacifico possesso, et deposti sopra l'altare li reali suoi ornamenti et insegne, spogliato d'ogni pal– ludamento spettante alla primiera sua dignità, et avendosi fatto ra– dere la barba che in tal tempo solevano portare tutte le persone seco– lari, et vestito di un povero abito monastico, se ne morì et fu sepolto nello stesso monastero di Fruttuaria in un deposito di mar– mo insino all'anno 1492, nel qual tempo Agostino Corradi de signori di Lignana, vercellese, sul riflesso che questo re areccò gravi danni a Leone, vescovo di Vercelli, considerandolo per ciò scomunicato et indegno di ecclesiastica sepoltura, fece rimovere dal detto mona– stero, di cui egli era abate, le ossa [35] di questo sovrano et riporle in luogo profano. Succedette indi nella sudetta abadia in qualità di
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