BASA

44 P. G. Robesti alle lacune et torrente detto Ribes, [ 40] dal quale indi volgendosi verso li confini del luogo di Pavone, si scaricava nel rapido torrente di Ciusella, quale passando verso li confini delli territorii di Ro– mano e Strambino, proseguendo l'istesso corso che tiene pur anca al presente la Ciusella, imboccava nel lago sudetto, nelle vicinanze dove scorre anchora al presente la Dora in dette parti. Secondo l'ordine naturale delle cose si osserva che li fiumi o sorgenti che da monti discendono, per l'ordinario, giunti alla pia– nura, formano una specie di allagamento prima di proseguirne il rapido suo corso, del che ne danno una prova varii fiumi che in tal guisa dalle Alpi discendono. Il che sembra esser fatto dalla natura per moderarne l'eccessiva luoro rapidità, per cui di soverchio colle luoro acque corroderebbero li vicini terreni, quindi anchora li fiumi che discendono surmontarebbero ad ogni tratto le luoro sponde et ne succederebbono frequenti le innondazioni alle pianure, se le cor– renti delle acque non venissero rallentate per questi recipienti, quali nel mentre che ad essi oppongono una notabile [ 41] resistenza, gli permettono nello stesso tempo di distendersi in uno spazio orizon– tale, quale si osserva constantemente essere tanto più grande, quanto sono più considerabili li fiumi o torrenti che in esso scorrono et a tenore della maggiore o minore rapidità luoro. In fatti si osserva che il lago di Ginevra, che viene traversato dal fiume Rodano, così come quello di Constanza nelli Svizzeri, che permette il passaggio per mezzo alle sue acque al fiume Reno, contansi per laghi di maggior estenzione al di là dell'Alpi. Nella stessa maniera che os– servansi nella nostra Italia aver maggior diametro delli altri il lago Maggiore, per il di cui mezzo penetra e scorre il fiume Tesino; quello di Como, che viene penetrato e diviso dal fiume Adda, et quello di Garda, che per le sue acque permette il passaggio al fiume Sarca. Dal che si deduce che, essendo il modo di operare della natura semplice et uniforme, l'istesso pure sarà stato della Dora, di quel che sia delli altri fiumi; massime che si legge nell'archivio della città essersi soltanto [ 42] escavato l'alveo, qual occupa al presente la Dora in attiguità d'Ivrea nell'anno 1182 et non prima,

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