BASA

I monumenti paleocristiani di Aosta 33 diocesi non esisteva ancora e s. Eusebio, che attendeva alla nostra evangelizzazione , era, proprio in quell'anno, dopo il travagliato con– cilio di Milano, inviato in esilio a Scitopoli di Palestina. Nel 486 era console, regnante Teodorico: « Caecina Mavortius Basilius Decius » 52 con il collega « Fl. Longinus ». L'epigrafe datata che ricorda la morte del vescovo di Ivrea Innocenzo, avvenuta il 29 marzo 486, porta proprio il nome del console « Decius ». 53 Nel 527 era console senza collega: « Vettius Agorius Basilius Mavortius » . Fu proclamato console per l'Occidente, 1'11 gennaio a Roma. 54 Nel 528, l'Occidente non ebbe console, ecco perchè l'anno fu indicato con il « post consolatum Mavortii, Maburti, Mabordi » atte– stato da un certo numero di iscrizioni funerarie , di cui diverse cri– stiane.55 Ne ricordo una sola, quella di un presbitero di Vercelli, morto il 28 maggio 528 « post consolatum Mavurtii viri datissimi con– sulis ». 56 Il console Mavortius del 527 è un personaggio noto nella lette– ratura classica e cristiana. Di lui si ha la principale recensione volgata Antichità Romane, II, 2, Spoleto 1910, pp. 869-1181, v. pp. 1006, 1172; W. LIEBENAM, Fasti consulares Imperii Romani van 30 v. Chr. bis 565 n. Chr. mii Kaiserliste und Anhang (Kleine T exte, 41-43), Bonn 1909, p . 37 (l'autore conosce la voce del Vaglieri ). 52 DE Rossr , op. cit., I , p . 606; VAGLIERI, art. cit., pp. 1111, 1176; LIEBENAM, op. cit., p. 50. 53 Cf. MoMMSEN, op. cit. , V, 2, p . 75 4, n. 6814; DiEHL, op. cit., I , p. 203, n. 1055; CoRRADI, Inscriptiones, cit., pp. 17-18, n. 43 ( « [Hic requiescit in pa ]ce bonae memoriae Innocentius / episcopus qui vixit in saecu/ lo annos plus minus LXXII recessit / sub die IIII kal. Aprilis / Decio viro clarissimo consule »). 54 Cf. DE Rossi, op. cit., I , p . 610; VAGLIERi , art. cit., pp. 1122, 1178; LiEBENAM, op. cit ., p. 55; DiEHL, op. cit., III, p . 254. 55 Cf. DE Ro ssi, op. cit., I, p. 610; VAGLIERi, art. cit., pp. 1122, 1178; LiEBENAM , op. cit., p . 55; DIEI-IL, op. cit., III, p. 255. 56 MOMMSEN, op. cit. , V, 2, p. 747, n . 6742 ; L. BRUZZA, I scrizioni antiche Ver– cellesi, Roma 1874, pp. 288-291, n. CXXVII ; DE Rossi, op. cit., II, 1, p. 172, n. 31. Nella Silloge III del Corpus Laureshamense il presbitero è chiamato « Dalmatius », mentre del nome, nel marmo originale, rimangono soltanto le ultime lettere « Ido » (Ingildo? Fubaldo? ). Comunque il nome Ingildo si trova in 2 iscrizioni della Germania (D iEHL, op. cit., II, pp. 136, 170, nn. 3111. 3282 ).

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