BASA

LX Commémorations signorilità in otto luminose sale del nuovo liceo , hanno dato in chiara sintesi la visione dell'arte aostana fra il XII ed il XVIII secolo». Si trattò di una realizzazione importante, con la quale il Viale volle dimostrare che non si trattava di una mostra di arti minori e che anzi il « lavoro di artefici locali, in nulla diminuisce l'altissimo pregio d'arte». Dimostrò anche che se la Valle d'Aosta accolse molto presto l'arte gotica, tuttavia « più che la vicinanza e l'influsso delle terre d 'oltremonte, operò forse qui l'intima rispondenza del sentimento locale alle nuove forme d'arte, le quali si radicarono e si connaturarono così profondamente nell'anima aostana , che per quattro secoli la Valle fu, con fervore di creazione, tutto solo gotica; e il rinascimento cd anche il barocco (almeno fino al XVIII secolo) passarono quasi inav– vertiti e ignorati». Va rilevato che quella esposizione di Aosta costituì un panorama artistico che portò a risultati concreti grandissimi. Realizzata su un piano critico essa valse a farci conoscere la civiltà della Valle, il suo livello culturale, quelle che sono state le manifestazioni dell'intelligenza valdostana in coerenza tra ambiente fisico e spirituale, tra una vita morale e la sua operosità manuale ed intellettuale. Da quella mostra si sviluppò il censimento di tutto il materiale sacro della regione, censimento al quale il Canonico Edoardo Brunod ha dato generosa fatica, passione di ricerca ed acume di intuizione psicologica: un imponente lavoro che ora si è già concretizzato nei primi due monumentali volumi rispettivamente dedicati alle opere d'arte della Chiesa Cattedrale (1975) e della Collegiata di S. Orso (1977). L'eco della prima esposizione d'arte sacra allestita da Vittorio Viale, la cui visita e lettura costituì la gioia di un pubblico colto, lo risentimmo nel volume che Mercedes Viale Ferrero, nel 1967, dedicò ad Aosta medioevale, e valse a stimolare quella seconda mostra del 1969 voluta ed organizzata dal Canonico Edoardo Brunod , che ne ha illustrato tutto il materiale esposto con schede descrittive ricche di indicazioni stilistiche e storiche tratte dal suo inventario dell'arte valdostana.

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