BASA
20 Amato Pietro Frutaz Come il suo modello, è costituita da un'ampia aula cruciforme a una sola navata con tetto a capriata, probabilmente a vista . Essa però ha in proprio qualche peculiarità, cioè 4 absidi; due poligonali all'esterno e circolari all'interno, che chiudono il braccio longitudinale della croce da Ovest a Est (la chiesa è rivolta ad oriente); due semi– circolari che concludono i bracci laterali Nord e Sud; due vani ret– tangolari simmetrici, posti ai lati delle tre absidi terminali, che po– trebbero essere i pastophoria, ossia il « diaconicum » o apotesi, camera destinata agli usi del clero, e la protesi, luogo di preparazione per il culto. La porta d'entrata alla chiesa è ricavata nell'abside poligonale Ovest. Nulla di strano che il modello di una tipica chiesa milanese sia stato riprodotto, con qualche peculiarità propria, in Aosta, diocesi suffraganea di Milano dalla sua istituzione fino al volgere del sec. X, nonos tante la creazione tra il 794 e 1'811 della Provincia eccle– siastica di Tarantasia alla quale furono attribuite le sedi suffraganee di Maurienne, Sion oltre Aosta, ma la sua affermazione fu lungamente sofferta. Infatti dalla documentazione, tutt 'ora conservata, risulta che i vescovi di Aosta non presero parte all'organizzazione ecclesiastica d'Oltr'Alpe, prima della fine del sec. X, quando cioè il vescovo .An– selmo partecipò ai sinodi di Anse presso Lione nel 994 e nel 1025. 30 È noto che gli antichi metropoliti avevano sui loro suffraganei un 'autorità quasi sovrana e questi a loro volta ricorrevano a quelli in ogni eventualità. I Vescovi di Aosta si dovevano rivolgere pertanto al loro metro– polita milanese per tutti i problemi e controversie inerenti al loro ufficio pastorale. Da lui ricevevano l'ordinazione episcopale e da lui erano invitati a prendere parte all'ordinazione dei colleghi compro– vinciali e ai sinodi. Sappiamo che il Vescovo di Aosta occupava nella basilica di S. Ambrogio il 7° posto a destra della cattedra marmorea del metropolita . 31 30 Cf. FRUTAZ, Fonti, cit., pp. 5-8. 31 Cf. op. cit., pp. 284-286.
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