BASA

26 Amato Pietro Frutaz frire, agli Autori della relazione tecnica dello scavo, le fonti litur– gico-narrative che contengono elementi relativi al culto di s. Grato , Patrono della nostra Diocesi, e al luogo, dove fu sepolto. Se si potrà stabilire che il posto privilegiato nell'abside Nord della chiesa paleo– cristiana fu riservato a lui, ciò metterà in rilievo non solo la sua spiccata personalità e santi tà , ma potrebbe anche indicare il suo inte– ressamento per la realizzazione di questa caratteristica chiesa . Un'altra tomba trovata nella chiesa paleocristiana , è quella del vescovo Gallo, morto il 5 ottobre 546. Fu scoperta il 15 maggio 1300, «in coemeterio s. Laurentii in nobili monumento ». 44 Anche la lastra tombale del vescovo Gallo reca tracce d'incendio. Probabilmente la tomba di Gallo doveva trovarsi nel presbiterio, cioè nel braccio Est della chiesa, dove sono state trova te altre sepolture chiuse in origine con lastre di marmo bianco avorio dello stesso tipo della lastra tombale di Gallo, ridotte naturalmente in frammenti, su uno dei quali è visibile una bella croce monogrammatica della stessa epoca. Al centro della crociera della chiesa, i lavori di questo anno hanno messo in luce 6 tombe abbinate in modo da formare un rettangolo recinto da un cancello. Su queste tombe dopo l'incendio che distrusse la chiesa fu posto trasversalmente un muro che sembra sia stato costruito in tarda epoca carolingia (fine sec. IX) per chiudere il pre– sbiterio della chiesa antica, forse la parte meno danneggiata , onde creare un nuovo e più ristretto edificio sacro, dove furono scoperte 2 tombe anepigrafi, probabilmente di sacerdoti, con calice e patena 1617. Il problema agiografico relativo alla «Magna legenda S. Grati» è trattato nelle Fonti, PP· 177-198. 44 cf. Fonti, p. 290 e infra n. 48. Il passo latino riprodotto dal Mochet, a mio sommesso avviso, proviene certamente da una fonte antica, purtroppo tuttora irre– peribile. Per il Mochet la fonte sarebbero i « vieux regestres de !adite eglise », ch'egli in nota cita in latino: «ex mortuario dictae ecclesiae » (p. 135 e n. 274b" ), più oltre si ripete « ad litteram » dicendo che sarebbero i « vieux legendaires de !adite eglise Sainct Ours » (p. 292). Per il De Tillier sarebbe « le livre des mortuaires de la ditte erriise » ma l'autore ha trasformato gli « idi di maggio» , forse per un errore di tra– s;rizion'e, in « idibus martii » (p. 392), però nel ms delle « Chronologies » conservato nella Biblioteca del Seminario Maggiore, si legge poco prima del testo latino « aux ides de may » (p. 429). Per Mons. Due, sarebbe « l'obituaire de Saint-Ours » (I, p. 125 ).

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