BASA
82 P. Malvezzi e all'imponenza, specchio palpitante della grandiosità dell'età augu– stea ? ». Prolungare il soggiorno per una maggior conoscenza diventa quindi un punto d'obbligo: e il Newdigate vi si dedica con il gusto e l'entu– siasmo dell'appassionato cultore e studioso del mondo classico. E così egli si addentra nel vivo della città, osservando e annotando le impressioni. Ne percorre le strade, si sofferma di fronte agli orti e ai giardini che numerosi si nascondono fra le vecchie costruzioni racchiuse nella cerchia romana, visita particolarmente i ruderi del teatro, le mura: prende misure, copia vecchie scritte di lapidi e fatto assai più importante, affida alle sue indubbie capacità di disegnatore le impressioni che maggiormente lo attraggono. Dei sedici disegni, alcuni poi acquerellati, che traccia, due sono dedicati all'arco di Augusto: uno preso di fronte, l'altro di lato. (ved. illustrazioni). Altri cinque disegni vengono pure eseguiti da suo cugino e compagno di viaggio Charles Parker 2 • 2 Ch. Parker ritornerà ad Aosta nove anni dopo questa prima visita: ripor– tiamo la lettera che appunto da Aosta indirizza il 3 agosto 1783 al Newdigate anche per venir incontro ad alcuni quesiti che il Newdigate gli aveva posto sull'Arco e sul teatto aostani. È un documento assai interessante. « L'Arco è quasi lo stesso, solo più intonacato, senza alcun rispetto per la sua architettura nell'opera di restauro. Il Teatro, se lo ricordate, era ricoperto da fienili e da case: vi fu un incendio tre anni or sono, e tutto scomparve. Ritengo sia stato un fatto positivo per il Teatro. Ora è possibile esamina11lo all'interno sino all'arco di base: ed iJ fuoco non ha apportato alcun altro danno ad una solida costru– zione di pietra se non averlo annerito e in parte calcinato. Il muro è perfetta– mente eretto come prima e liberato da tutti quegli ingombri . Temo però che potrà soffrire per .J'.ignoranza e l'avarizia dei suoi proprietari. Raccontano che nel calore dell'incendio un rilevante quantitativo di metallo fuso sia emerso da uno dei pilastri, molto probabilmente dovuto alla fusione delle chiavi-tiranti (cramps) e che la popolazione abbia erroneamente ritenuto trattarsi di un qualche tesoro nascosto dentro i muri: e sembra tuttora convinta a ricercarlo. Sono sicuro che questa insolita curiosità porterà a scoprire il tesoro, a meno che il sovrain– tendente lo impedisca. Pochi i viaggiatori passati da Aosta da quando noi vi fummo: nel futuro la città sarà molto più frequentata, anche perché il Re di Sardegna si è impe-
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