BASA

86 P. Malvezzi appunto il 24 settembre a Bourg-Saint-Pierre, il piccolo aggregato di case sopra Orsières, dove essa è costretta ad abbandonare il tiro a quattro, il comodo veicolo utilizzato sin'allora. L'impraticabilità della strada costringe infatti la comitiva a fermarsi per adattarsi alle diffi– coltà che la scalata del valico imponeva. Sembra che il problema tecnico fosse stato in precedenza calcolato con preveggente senso pratico, nulla lasciando all'imprevisto e all'avventura . A Bourg-Saint– Pierre infatti la carrozza viene smontata ( « the coach was taken to pieces ») e ridotta in altrettanti elementi trasportabili e che parte a spalla, parte a mulo vengono fatti immediatamente proseguire per Aosta dove - si leggerà nel Diario - saranno regolarmente rias– sestati, con piena soddisfazione. Questo sostanziale cambiamento non sembra incidere in modo apprensivo sul prosieguo del viaggio: con naturalezza Mary Conyers ora si affida ad una portantina (due uomini alle stanghe e quattro di riserva per i cambi) mentre i due gentiluo– mini ricorrono ai muli per i tratti meno difficoltosi e a piedi dove i muli trovano difficoltà. Il 24 settembre stesso raggiungono l'Ospizio: « affamati, vicini ad un buon fuoco: vento freddo, neve e cordialità: mangiato di magro», questo il distaccato commento. Il giorno successivo riprendono il cammino ed in sei ore soltanto raggiungono Aosta: se in portantina Mary Conyers o a dorso di mulo il Newdigate e il Parker, sono particolari sobriamente sfiorati. Nessuna allusione pure alle fatiche, agli strapazzi che la lunga discesa pur doveva aver costituito e arrecato: si preferisce sorvolare. Aosta ora li attende e li seduce con la magnificenza dei suoi monumenti, la cortesia dei suoi abitanti, la rude bellezza dei luoghi. Un buon augurio, certo, per il lungo viaggio che li attende verso il più profondo Sud, Firenze, Roma e Napoli. A questo punto, cediamo la penna al nostro diarista inglese, sotto– lineando come difficoltoso sia stato riportare in un italiano scorrevole un testo a volte troppo telegrafico, a volte improvvisamente inter– rotto, con punteggiature non rispettate o addirittura inesistenti, scritto in una grafia di non sempre facile lettura: testimonianze queste della immediatezza di chi intuitivamente vuol cogliere senza frappo– sizioni una diretta impressione. Un testo, comunque, che avrebbe

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