BASA

88 P. Malvezzi vantarsi di aver per fondatore l'imperatore Cesare Augusto e che, se anche in rovina, conservava ancora un intatto impianto urbanistico, le dimensioni originali e una imponenza, specchio palpitante della grandiosità dell'età augustea . L'occasione della sua fondazione è ampiamente ricordata da antichi autori: Aosta è sita su una piccola pianura aperta che presenta crudeli segni di devastazione per rovinose inondazioni di cui testimoniano i notevoli frammenti di rocce disseminati un po' ovunque: soltanto le parti più elevate della città e i numerosi declivi che l'attorniano sono ben coltivati con alberi da frutta, da vigneti e da giardini. Le mura formano un piazzale rettangolare, con strutture e pro– porzioni di un campo romano per una guarnigione di tre Legioni, la normale Guardia Pretoriana: esse erano state costruite da Terenzio Varrone, generale di Augusto, che sottomise i Salassi proprio nel punto dove egli si accampò. È probabile che mantenne la stessa forma quando divenne città, in quanto a differenza di altre piazze fortificate generalmente poste in luoghi elevati o addirittura su rocche rinfor– zate da alte torri, questa città invece giace su una pianura dominata da montagne, con tre grandi porte d'accesso ad ogni estremità ed alcune poste sui lati, con piccole torri quadrate di cui sussistono ancora superbe vestigia. Apparentemente nessuna di queste porte sembra esser stata costruita per contenere attacchi provenienti dal– l'esterno: anzi, al contrario, sembrano voler significare una piena fiducia nel potere della Roma imperiale e di servire soltanto alle necessarie precauzioni per mantenere la disciplina di un esercito colo– niale romano. A quei tempi Aosta aveva una posizione di grandissima impor– tanza, situata alla confluenza del torrente Balteus con il fiume Dora, il punto di separazione di due grandi strade adducenti al Gran S. Bernardo - i monti Pennini - e al Piccolo S. Bernardo - le Alpi Graie -, le vie principali per le Gallie, la Germania e la Svizzera. Dallo stato attuale delle rovine si dovrebbe desumere che la grande prosperità raggiunta da questa città non fosse stata di grande durata, probabilmente non molto oltre i primi successori del suo fondatore, o probabilmente di durata sufficiente per un avvio ad una prosperità

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