BASA
318 L. Colliard Maniero (Challant - Graines - Verrès - Issogne) (pp. 183-196); Tre romantiche rovine: Montjovet, Ussel, Cly (pp. 197-206). I CHALLANT E LA LETTERATURA Le tempestose vicende di Bianca Maria Gaspardone, prima moglie di Renato di Challant, perita sul patibolo il 20 ottobre 1526, per aver fatto assassinare il suo amante Ardizino Valperga di Masino, hanno eccitato la vena di novellisti e scrittori. Incominciamo dalla pura cronaca. Antonio Grumello, cronista di Pavia, testimonio oculare di quei tristi avvenimenti, ci tramandò una Memoria di la morte di Madama di Cellan. Il testo completo venne pubblicato per la prima volta da Giuseppe Miiller, nella sua Cronaca di Antonio Grumello Pavese, Milano 1856, p. 424 e seguenti, realiz– zata sull'unico manoscritto che apparteneva allora alla biblioteca dei principi Belgioioso e che passò in seguito alla Trivulziana. Più accessibile la riproduzione fattane da G. B. Adriani nella Miscellanea di Storia Italiana, serie I, tomo V, Torino 1868, pp. 678- 681. Qualche anno appresso, Matteo Bandello dedicava la sua quarta novella alla cronaca d'amore e di sangue incentrata sulla personalità di Bianca Maria; quello del Bandella rappresenta il momento culmi– nante dell'interesse dei letterati per questa tragica storia (Cf. la pre– gevole edizione delle Novelle a cura di G. Brognoligo, Bari 1910- 1911). Sul finire del secolo, padre Luigi Contarino, nel suo Vago e dilet– tevole giardino, Vicenza 1586, includeva la Challant fra « i vari e meravigliosi esempi delle donne ». La novella del Bandella diede lo spunto ad altri autori a cavallo del XVI-XVII secolo, quali il Belleforest, il Painter ed il Marston. F. de Belleforest incluse la novella della Vie désordonnée de la comtesse de Celant nelle sue Histoires tragiques, II, 2, ed il Painter nel suo Palace of Pleasure, II, 24, donde il Mar.tson, drammaturgo
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