BASA

320 L. Colliard tuazioni » del Giacosa trasse partito la tragedia di A. Rossato, Madama di Challant, rappresentata alla Scala nel marzo 1927. Inoltre, Bianca Maria aveva dato argomento al « racconto storico » di L. Gramegna, Occhio di gazzella, Torino 1926, su cui vedasi L. Torrero, Bianca di Challant e il suo delitto, Trento, s.a. Lo studio critico fondamentale su tutte queste produzioni, e dal quale abbiamo mutuato gran parte delle nostre notizie, è quello di FERDINANDO NERI, La Contessa di Challant, estratto dal Giornale storico della letteratuv1 italiana, val. XCVIII, Torino 1931 , pp. 225-254, studio riprodotto nel volume Storia e Poesia, Torino 1944 . Dal canto suo, Giuseppe Giacosa è stato, sul finire dell'Ottocento, il principale evocatore di Casa Challant. Una partita a scacchi (1873) ed Il trionfo d'amore (1875) sono ambientati nel castello di Issogne, e così pure il racconto, di sapore decadentistico, Un Minuetto, in Novelle e paesi valdostani, Torino 1886, storia immaginata, incentrata tra gli anni 1760-70, all'epoca del conte Carlo Francesco Ottavio e di sua moglie Isabella di Brassicarda. Nel 1900, don Silvio Lesna, già vice-parroco di Fénis, dava alle stampe il suo romanzo Riccardo di Challant, Genova 1900 (seconda edizione, Alba, s.d.). Ricordiamo ancora alcune novelle di autori valdostani, come Poguel de Grinda, Le lutteur du chdteau d'Issogne - Légende valdo– taine du xv• siècle, di F.-G. Frutaz, in Le Messager Valdotain, 1922, pp. 18-20; La fin tragique du dernier seigneur d'Ussel, di A. Ferré, in Conte, légendes et paysages du Val d'Aoste, Aoste 1953, pp. 103-106, ed il lavoro teatrale di R. Saluard, Nos demoiselles de Challant, in Le Flambeau, 2-3-4 (1967) e 3 (1968). Recentemente, due romanzi hanno rievocato gesta ed ambienti dei Challant: Renato di Challant alla ricostruzione di Arra, Aosta 1975, di Pietro Clerici, e I dodici abati di Challant, Torino 1981, di Laura Mancinelli.

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