BASA
LXXX Académie Saint-Anselme Ne dànno pienamente conferma le tappe della sua biografia. Nata a Pinerolo nel 1901, consegue a Napoli, presso il Conser– vatorio musicale di San Pietro a Maiella, nel 1919, il diploma supe– riore di pianoforte. Questo esordio musicale non sarà mai completa– mente dimenticato dalla Gabrielli. Alla musica si dedicherà infatti ancora saltuariamente, anche nell'intimità della sua casa, forse sempre pienamente convinta di quanto aveva scritto nel lontano 1928: « La musica è la forza che rinvigorisce la mente affaticata dalle lunghe ricerche scientifiche, dai gravi studi, dalle lotte morali ». E le lotte, lungo il percorso della sua carriera, non le sono certamente mancate. Laureatasi nel 1926 presso l'Università di Torino con una tesi su Paolo Veronese, discussa con Lionello Venturi, dopo il biennio di perfezionamento a Roma da Toesca, era entrata nel 1930 nell'or– ganico della Soprintendenza alle opere d'arte del Piemonte, con la qualifica di giornaliera, vincendo il concorso per il passaggio in ruolo come ispettrice nel '34. Sono stati anni decisamente importanti quelli per la formazione della sua cultura, come lei stessa confessa nelle note manoscritte di uno zibaldone. Non solo nel diuturno espletamento delle sue man– sioni aveva veramente imparato a « vedere », ma altresì con sorpren– dente abilità, aveva memorizzato e luoghi e cose che le avrebbero permesso, a distanza di anni, di formulare con lucidità, giudizi ed attribuzioni. È inoltre quello il periodo in cui hanno inizio le pubblicazioni dei suoi studi, frutto concreto delle sue pazienti indagini. Sono in particolare articoli, segnalazioni e recensioni riguardanti per lo più la pittura piemontese dal periodo romantico al rinasci– mento fra i quali si inseriscono opere di ben più grande mole quali l'inventario degli oggetti d'arte esistenti all'Accademia Albertina di Torino; l'arte a Casale Monferrato - monumentale monografia nella quale trovano largo spazio anche le arti decorative - ed infine, nel 1944, le «Pitture romaniche», dal «Repertorio delle cose d'arte in Piemonte », vasta ed accurata segnalazione della produzione pie– montese a cui necessariamente si fa ancora oggigiorno riferimento. Quest'ultimo lavoro voleva anche essere, nell'intenzione della Ga-
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