Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/05/1985

152 Lin Co/liard Giacosa, rappresentato per la prima volta al Teatro Carignano di Torino il 14 ottobre 1891 ed edito a Milano dai Trèves. Dalle. «situazioni» del Giacosa trasse partito la tragedia di A. Rossato, Madama di Challant, rappresentata alla Scala nel marzo 1927. Inoltre, Bianca Maria aveva dato argomento al «racconto stori– co» di L. Gramegna, Occhio di gazzella, Torino 1926, su cui vedasi L. Torrero, Bianca di Challant e il suo delitto, Trento, s.a. Lo studio critico fondamentale su tutte queste produzioni, e dai quale abbiamo mutuato gran parte delle nostre notizie, è quello di FERDINANDO NERI, La Confessa di Challant, estratto dai Giornale storico della letteratura italiana, vol. XCVIII, Torino 1931, pp. 225-254, studio riprodotto nel volume Storia e Poesia, Torino 1944. Dai canto suo, Giuseppe Giacosa è stato, sul finire dell'Otto– cento, il principale evocatore di Casa Challant. Una partita a scacchi (1873) ed Il trionfo d'amore (1875) sono ambientati nel castello di Issogne, e cosl pure il racconto, di sapore decadentistico, Un Mi– nuetto, in Novelle e paesi valdostani, Torino 1886, storia immaginaria, incentrata tra gli anni 1760-70, all'epoca del conte Carlo Francesco Ottavio e di sua moglie Isabella di Brassicarda. Nel 1900, don Silvio Lesna, già vice-parroco di Pénis, clava alle stampe il suo romanzo Riccardo di Challant, Genova 1900 (seconda edizione, Alba, s.d.). Ricordiamo ancora alcune novelle di autori valdostani, come Poguel de Grinda, Le lutteur du château d'Issogne- Légende valdôtaine du XV' siècle, di F.-G. Frutaz, in Le Messager Valdôtain, 1922, pp. 18-20; La fin tragique du dernier seigneur d'Ussel, di A. Ferré, in Conte, légendes et paysages du Val d'Aoste, Aoste 1953, pp. 103-106, ed il lavoro teatrale di R. Saluard, Nos demoiselles de Challant, in Le Flambeau, 2-3-4 (1967) e 3 (1968), ora (1984), raccolto in volume. Recentemente, due romanzi hanno rievocato gesta ed ambienti dei Challant: Renato di Challant alla ricostruzione di Arro, Aosta 1975, di Pietro Clerici, e 1 dodici abati di Challant, Torino 1981, di Laura Mancinelli. [Vedansi pure gli scritti di carattere divulgativo apparsi sulle riviste Aoste et ses Vallées (1957-1959) e Vallée d'Aoste (1956-1958).)

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