Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/05/1985
164 Lin Co/liard monografie su singole figure o aspetti determinati del pensiero e del metodo storiografico 3 • Questa tendenza è particolarmente viva nel Vallese, ove, grazie ai lavori di una specialista in materia, Catherine Santschi, gli studi relativi alla storiografia vallesana ha·nno raggiunto un notevole li– veHo. Alla stregua della storiografia valdostana, anche quella vallesana pare non abbia prodotto nulla di particolarmente impegnato, e soprattutto a carattere continuativo, prima della metà del secolo XVI, se si eccettuano le cronache medioevali di Saint-Maurice e gli annali di Briga. Partendo da questa constatazione, la Santschi affer– ma che la metà del secolo XVI segna la nascita vera e propria della storiografia vallesana, con i lavori di umanisti come Sebastiano Münster, Giovanni Stumpf, Josias Simler .(tutti pero estranei al Vallese) e dell'erudito Piet:ro Branschen. Di quest'ultimo l'A. ha pubblicato nel 1967, in irnpeccabile edizione critica, il Catalogus Amod, a cura di L. Colliard (Archivum Augustanum, I, 1968); della Historia della Casa di OJa//ant e Madrozzo, di Vigilio Vescovi, a cura di L. Colliard (Archivum Augustanum II. 1969); della Chronique de OJallant di P. Du Bois, a cura di O . Zanolli (Archivum Augusta– num, IV, 1970) ; della Historiographica narratio di F. Genand, a cura di J.-C. Perrin (Archivum Augustanum, IV, 1970); della Histoire ou Chronologie du Duché d'Aouste, di R. Vioc, a cura di 0 .-E. Obere (Archivum Augustanum, IV. 1970); della Va/lis Augmtae compendiaria descriptio, già amibuito a D. Monterin , a Cljra di L. Colliard (Archivum Augustanum, IV, 1970) , nonché la Chronique di J.-L. Vaudan edita dai Frutaz nelle Ponti (1966). Per quanto ha attinenza al Canavese. citiamo la riedizione. accompagnata da un'ac– curata traduzione, del De bello canepiciano dell'Azario, a cura di I. Vignono (1970) e le previste edizioni della classica Istoria de//'antica città di Ivrea, del padre G . Benvenuti e delle Notizie storiche riguardanti le antichità della Città d'Ivrea . del medico P. G. Robesti. (Pubblicate rispettivamente nel197t' e 1977) L'edizione di queste fon ti costiruisce ovviamente il presupposto indispensabile per la !oro utilizzazione anche dai punto di vista degli srudi storiografici. 3 Ricordiamo almeno, per il Piemonte, la monografia impegnatissima che VALERIO CASTRONovo ha·dedicato a Samuel Guichenon ela storiogra(ia del Seicento, Torino 1965, e il lavoro di RosALDO 0RDANO su Jacopo Durandi, Vercelli 1969. Per q~anto concerne la Valle d'Aosta, si possono menzionare le introduzioni critiche premesse alle citate edizioni di fon ti, in particolare quelle del Por(il del Mochet, dell'Histo– rique e del Nobiliaire del De Tillier, nonché gli studi di L. Colliard su Le (onti narrative locali dell'«Historique» di J.-B. De Tillier (v. supra) e di A. Zanotto, Le prieurJean-Antoine Gal dans le centenaire de sa mort, in Bulletin de l'Académie St-Anselme. vol. XLIV, Aoste 1968-1969.
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