Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/05/1985

Etudes d'Histoire Vald6taine 225 gende la tradizione, quasi intoccabile, sul preteso apostolato di S. Pietro e di S. Barnaba in Valle d'Aosta. Facendo prova d'un senso critico non comune, il Tibaldi nego l'appartenenza della Valle al primo regno di Burgundia (considera– zione cui non pervenne neppure il Patrucco) e lascio aperta la questione sull'ulteriore dipendenza della Valle d'Aosta, dopo il 575, dal regno merovingico (com'è ora appurato), oppure di un a sua reintegrazione al regno longobardo (soluzione verso cui sembra propendere l'au tore). Pubblicato un anno prima dello studio del Patrucco, il volume secondo del Tibaldi (1902), non ha po tu to avvalersi, per quan to concerne la storia ecclesiastica del periodo an teriore al Mille, della messa a punto critica dello storico piemontese. All'autore non rimase che ancorarsi alla tradizione acritica espressa dal Duc nel primo tomo dell'Histoire de l'Eglise d'Aoste, apparso nel1901. Ben altrimenti solida e degna di fede si rivela la seconda parte del volume, che tratta dell'epoca feudale in Valle d'Aosta, tenuto conto, evidentemente, dei limiti della ricerca storica e dei non molti docu– menti editi a quel tempo, suscettibili ora, dopo l'avvenuta pubbli– cazione d'innumerevoli fonti, di ben diverse prospettive ed inter– pretazioni. Polemico e critico nei riguardi della politica sabauda, oggettivo ed imparziale, eppur sempre vigile, -per quan to concerne i grandi avvenimenti della metà del secolo XVI, che portarono all'antico regime di autonomia, si presenta il Tibaldi nel terzo volume della sua Storia. Qui, forse più che altrove, si manifesta la caratteristica saliente del Tibaldi storico: quella libertà di giudizio, quell'apertura di spiri– to, quell'anticonformismo che troveremo particolarmente sviluppati nel volume quinto, specie là dove l'aurore tratta della decadenza e della fine delle libere istituzioni valligiane. Anticonformismo, si badi, non di maniera, ma reazione sacra– santa ad un certo tipo di considerare la storiografia locale, sotto il profilo aulico-patriottico-religioso, che ne falsava l'essenza e di cui, in Valle d'Aosta, siera sin troppo usi Ne è prova la libertà con cui il Tibaldi tratt<) la politica

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