Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/05/1985
226 Lin Co/liard ecclesiastica della Con troriforma, sottolineandone i soprusi politici, gli abusi canonici e le astruserie teologiche; sfatando leggende quali la permanenza e la fuga di Calvino da Aosta, ed attirandosi per questo le ire dell'elemento clericale. Un ulteriore aspetto, non trascurabile, della maniera d'intendere la storia locale da parte del nostro (e qui il Tibaldi si ricollega al genere cronachistico ch'ebbe in Valle una si singolare fortuna dal Vaudan- XVI sec. - all 'Henry) è il gusto dell'erudizione spicciola , che, pur nella sua esuberante ricchezza di dettagli, mal s'in,quadra nelle linee generali della storia locale. Il volume quarto della Storia appare forse , sotta questo aspetto, il più «décousu», benché l'ampia e minuziosa dissertazione che l'au tore dedica al Coutumier ed all'ordinamento pubblico valdostano riscatti abbondantemente questo difetto di metodo. A ragione afferma lo Zanotto : ((La Regione d 'Aosta attraverso i · secofi, est donc dans son ensemble un ouvrage méritoire et positif surtout pour ce qui concerne le dernier volume paru, le cinquième. On admire surtout le talent critique de l'auteur, sa capacité d'éviter les jugements préfabriqués et la répétition acritique des interpréta– tions traditionnelles» 5 • Il volume quinto, parte seconda, costituisce un'intelligente ed esatta sintesi delle istituzioni valdostane, sino all'annientamento dell'antica autonomia. Anche qui, come nei volumi precedenti, si nota lo sforza dell'autore per clare, dell'epoca presa in considerazione, una sintesi il più possibile esaustiva (industria e commercio, miniere, agricoltura eviabilità, studi , cultura, belle arti, archeologia ... sport!) . Non fosse per le ragioni sovra esposte (redazione in lingua italiana, monopolio storiografico clericale, prematuro decesso del– l'aurore, inizio della 1 a guerra mondiale), sembrerebbe pressoché impossibile che una «summa» d'un si grande valore sia rimasta quasi ignorata, nori diciamo dal grande pubblico, ma persino dall'erudi– zione storica locale. Erudizione e storiografia, sia detto senza la minima intenzione 5 A. ZANOTIO, op. cit., pp. XIII-XIV.
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