Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/05/1985
Etudés d'Histoire Valdôtaine 53 tributi al folclore religioso locale che sono gli scritti sugli Ermites de la Vallée d'Aoste e sui Santuari valdostani. · Da pellegrino autentico, terziario francescano, visità questi luo– ghi cari alla religiosità popolare valdostana, e ci sovviene di averlo incontrato sovente a Machaby, a piedi scalzi, in quella tenuta origi– nale che il Conte stesso giustificà in una pagina curiosa della sua raccolta di scritti. Nella seconda guerra mondiale, il castello di Châtillon fu occu– pato dai Tedeschi; posti al riparo gli archivi e gli oggetti d~arte, i proprietari presero la via dell'esilio. Tristezza di un periodo, rievocato dai conte Carlo in un libro ch'è soprattutto una cronaca: La tempêta dessù noutres montagnes. L'ERUDITO Carlo d'Entrèves aveva ereditato dal padre - aurore di alcuni ricercari opuscoli di storia valdostana, ed a cui va attribuito il progetto di riordinamento dell'archivio degli Challant, attuato nel 1929 dall'allora giovanissimo Mons. Amato Pietro Frutaz -il culto delle memorie locali..Né poteva essere altrimenti per un discendente d'una famiglia che per secoli, aveva svolto un ruolo arriva nelle vicende civili, politiche, ecclesiastiche e culturali della Valle d'Aosta. A cio aggiungasi che i d'Entrèves, quali eredi della famiglia di Challant, sogliono essere considerati i custodi narurali della tradi– zione e del residuo patrimonio storico di quell'illustre casato. A ragione, il castello di Châtillon, ove ranto dell'antica sugge– stione degli Challant traspare tuttora dai ritratti rinascimentali alle pareti, ai vecchi alberi genealogici, all'immenso, ricchissimo archi– vio \ è riguardato dal valdostano colto e sensibile alla tradizione patriottica, come il museo per eccellenza, il centra ·più qualificato di studi sugli Challant, ove la tradizionale ospitalità degli attuali pro– prietari accoglie, con la ben nota corresia, e il docente universifario e 3 V. n. L
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