Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/05/1985

Etudes d'Histoire Vatdôtaine 57 attraverso la finestra di Champorcher, ragguardevoli Ricordi inediti dell'abate Gorret ed altri scritti di carattere alpinistico. * * * Valdostano antico e genuino, cultore intelligente delle tradizio– ni locali ed in specie del dialetto che conosceva sin nelle riposte sfumature, convinto eppur spassionato assertore della lingua france– se, il d'Entrèves occupa la carica di presidente d'onore del Comité des Traditions valdôtaines accordando pure la sua collaborazione alla rivistaLe Flambeau con la Promenade en val de Rhême (1950), Châtillon son bourg, son eglise et son château ( 1950); Le château de Pilate ( 1953) ; Roddoz le plus sauvage et ignoré de nos vallons ( 1961), La ballade du vieux troubadour (1962), scritti tutti concepiti secondo quello sche– ma di volgarizzazione della storia e della geografia locali che gli era particolarmente congeniale, e che lo faceva apprezzare pur dai lettori di piccola e media cul tura. Il 14 gennaio 1963, Carlo Passerin d'Entrèves terminava la sua feconda giornata terrena, ricca di quelle opere buone di cui egli aveva cosl ampiamente intessuto la sua vita e che realmente attuà, con generosità grande, con modestia e tatto incomparabili, realizzando appieno l'ideale della Carità. Ci lasciava, alla stregua di quei forti e pii cavalieri di Challan t ch'egli aveva tante volte illustrato nelle sue pagine. Come non riferire a lui stesso, a quel gentiluomo dignitoso che fu il conte Carlo Passerin d'Entrèves le parole con cui Egli chiude– riferendole ad Amedeo di Challant - l'ultimo suo scritto accade– mico: Il pourra fermer les yeux tranquille en prononçant les paroles de St. Paul cccursum consumavi, (idem servavi», avec la certitude d'avoir bien mérité de sa petite patrie. .

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