Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/05/1985
Etudes d'Histoire Valdôtaine 73 zione di talune «notae», termine che non sembra riferibile 1n questo specifico caso - alle mansioni dell'ufficio notarile. Il Jean-Boniface d'Avise, citato subito dopo dal De Tillier, è da identificarsi col noto giurista contemporaneo del Roncas e del Roz Favre e che resto il 31 maggio 1630 ; neppure il Pigner lo ricarda pero come au tore di «mémoires» 21 • Concludendo si puo osservare che le fonti narrative locali non incidono molto sull'opera del De Tillier. Esse occupano una posizione in complesso marginale ; per lo più l'aurore si riferisce loro, allorché, mancandogli l'appoggio di docu– menti originali, gli è giocoforza valersi dell'«argumentum traditio– n!s» . In particolare, il De Tillier, che l'abitudine degli studi giuridici e la pratica amministrativa avevano posto di fronte alla necessità di accompagnare le proprie trattazioni con precisi riferimenti e con– fronti documentari, sembra talora diffidare della tendenza retorico– agiografico-umanistica in cui ancora s'attardano i «chroniqueurs» valdostani del Seicento. Storiologicamente, questi eruditi locali non contribuiscono per nulla all'elaborazione di quelle teorie, di quel sistema storico-politico che costituisce il «leit-motiv» dell'opera del Segretario degli Stati; sicché ci sembra doveroso sottoscrivere con la Benedetto 22 , che, sotto questo profila, il De Tillier fu davvero il primo a vedere nella «Charra libertatis» del 1191 la natura di una «patente de dedition», w.n le implicazioni che tutti sanno, sia sul piano storiografico che su quello politico. 21 ]. PIGNET, La Famille d'Avùe- Notes généalogiques, Aoste 1963. 22 M. A. BENEDEITO, Nota sul/e assemblee nei domini sabaudi, Torino 1957, p. 36.
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