Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/05/1985

Etudes d 'Histoire Va!dôtaine 77 territorio posto sotto la giurisdizione vescovile, ma una riduzione in senso anche giuridico del potere del principè-vescovo, una diminu– zione del prestigio dei principi ecclesiastici «i cui sudditi erano tentati di considerare il conte del Tirolo, nella sua qualità di avvo– cato, come signore supremo» 4 • Questa situazione caratterizza specialmente i secoli XV-XVI. Le «compattate» del vescovo Hack, del 1454, se appaiono purgate da clausole lesive della sovranità nazionale, rappresentano pur sempre una limitaz.ionedella portata di quest'ultima. In questi lodi, trattati e patti federali, il dominio sovrano del principe-vescovo appare, in verità, già offuscato. Tra ill567 e ill665 si nota un risveglio delle vertenze con i conti tirolesi, in particolare con l'arciduca Ferdinando e l'arciduchessa Claudia. La situazione si fa ancor più tesa ai tempi della Prammatica Sanzione e del Giuseppinismo, attraverso l'imposizione delle dottri– ne giurisdizionaliste e regaliste da parte del centralismo viennese, tendente ad esautorare la Landschaft tirolese. L'A. ha pero cura di rilevare che la sovranità ecclesiastica, pur affievolita, permase salva, essendo fallito il tentativo di «mediatizza– re» i principi ecclesiastici. I vescovi di Trento rimasero principi immediati dell'Impero, e non soltanto formalmente, sino all803. In seguito all'invasione francese , la sovranità del principato di Trento era destinata a scomparire definitivamente dalla scena della storia. La pace di Luneville, significo infatti la condanna a morte dei principati ecclesiastici di Trento e Bressanone. Essi vennero secola– rizzati per indennizzare l'Austria della perdita del baliato di Ortenau. A questo titolo, l'Austria entro in possesso di tutti i diritti, prerogative e beni dei due principati, con l'onere di provvedere al clero delle due diocesi. Nella seconda parte dell'opera (pp. 393-556), di contenuto pre- 4 J. K()GL, op. cit., p. 129.

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