Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
98 Bruno Orlandoni que le dit monseig.r ha donne pour robes a boniface de la mota. Johan de bor– deaulx et a !alose de bourget. Et pour XXIIII aunes de verd de mont real XIII den. !aune qui! ha donne pour robes a maistre Johan porret, benet escarrant, guillierme de billieme maczons et a franceis de maximiou chapuys meistre des oures du chastel du bourget, que anthonios curtet et le dit bonifacio de la mothe et Johans de bordeaulx priront le VI jour davrillan dessous [1378] LVII sols VI deniers gross." 218. Da documenti relativi ad altri cantieri, per esempio allo stesso castello di Chambéry, come vedremo più avanti, possiamo stabilire che il dono di vesti era abbastanza frequente in fasi avanzate o addirittura in fasi di chiusura di la– vori, quasi in forma di dono aggiuntivo rispetto agli onorari pattuiti per con– tratto219. La segnalazione è quindi importante innanzitutto perché permette di sta– bilire che al Bourget lavori dovevano essere già in corso prima che venissero re– gistrate le serie di pagamenti trascritte da Jaccod. I doni decisi dai conte dovevano quindi essere delle gratificazioni fuori contratto al personale che si era già occupato di una prima tranche di lavori; questi, alla data del 6 aprile 1378, dovevano essere terminati. I.:assenza di specificazioni sulla natura esatta delle opere condotte in quest'occasione potrebbe essere spiegata dalla !oro re– gistrazione su quaderni di conti precedenti. La notizia del dono fornisce comunque una piccola lista di nomi di re– sponsabili sia amministrativi che tecnici implicati a diversi titoli nelle opera– zioni condotte al castello. Come vedremo subito da pagamenti successivi Boniface de la Mota e Johan de Bordeaulx erano entrambi funzionari di corte. Illathomus Jean Porret avrebbe continuato a lavorare al castello anche nelle suc– cessive campagne di restaura, fino al 1383. Non troveremo invece più tracee al Bourget degli altri due lathomi Benet Escarrant e Guillierme de Billieme, di Lalose de Bourget, di cui non riusciamo ad immaginare il ruolo, né del car– pentiere Franceis de Maximiou (quasi di cerro l'odierna Méximieux). Questi, almeno fino all'aprile del 1378, come precisa la motivazione del dono, era stato "maistre des oures du chastel du Bourget", vale a dire magister operum: un ruolo che di solito era amministrativo ma che spesso veniva affidato a tec– nici e che, ne! nostro caso, date le competenze del personaggio - citato come carpentiere - , è verosimile che avesse avuto anche proprio risvolti tecnici. 218 ]ACCOD ]. in BASA XXV 1939, p. 171. 219 Abbiamo già visto il caso del dono di un abito a Bard allathomus Guglielmo di Chevrère (v. infra 1.6 e nora 125), e sono nori quelli di doni analoghi, ad Aosra nella prima metà del Quattrocento, a Stefano Mossettaz e a Pierre Berger.
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