Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

118 Bruno Orlandoni Dall'articolazione dei conti non emerge nulla riguardo la figura di un possibile progettista. Anche i due visitatores, pagati a conclusione del conta, non sembrano aver rivestito questo ruolo e potremmo semmai assimilarli a quelle evanescenti figure che sono i magistri operum, funzionari amministra– tivi cial ruolo organizzativo, presenti già sul cantiere del Bourget. ln realtà sappiamo molto poco su come venissero prese le decisioni fon– damentali, progettuali e formali, sui cantieri dei castelli medievali, sia nel caso di organismi già almeno embrionalmente statali, come era la contea di Savoia al tempo di Amedeo VI, sia in quello di più circoscritte realtà feudali, quali ve– dremo più avanti a proposito dei castelli valdostani di Fénis ed Aymavilles. Viene da pensare ad una battuta che Piranesi attribuisce a Didascalo nelle sue "Osservazioni sopra la Lettre de Monsieur Mariette aux auteurs de la Ga– zette Littéraire de l'Europe": "Quanta a questo poi osservate quel che si fa, e si è fatto sempre. Gli Architetti per l'ordinario si chiamano, quando uno in– tende di far qualche bella fabbrica: ecco quello in che oggi possiam ben dir che consista l'Architectura. Ma quando uno non si cura d'altro, i padroni son eglino gli Architetti, e basta loro d'avere chi tiri su le murà' 272 • Dai conti di Fénis e di Aymavilles vedremo emergere con chiara evidenza le personalità e il ruolo dei proprietari dei due castelli, Bonifacio 1 ed Amedeo di Challant. Dobbiamo immaginare che un ruolo analogo sia stato giocato a Chambéry cial conte Verde? Questi nel canto appare solo quando, trovandosi a Chieri il 23 febbraio 1378, spedisce una lettera relativa ai contie ai paga– menti del cantiere. Si precisa perà anche che i tre mastri minatori della Valle di Lanza che avevano lavorato allo scavo delle fondamenta alla fine del 1377 erano stati espressamente "missis huc per dominum" 273 • È una notazione mi– nima ma che testimonia comunque la continua presenza ideale di Amedeo che, anche trovandosi in viaggio, sa benissimo a che punto sono i lavori e quali sono le esigenze del cantiere, tanta da mettersi a cercare tecnici adatti da co– optare per i suoi lavori. Per altro sappiamo che la corte attribuiva con regolarità il ruolo di re– sponsabile delle fortificazioni a membri della nobiltà che a loro volta erano poi proprietari di edifici fortificati. Una figura di questo tipo appare nel canto del castello del Bourget nella persona di Bonifacio de La Mothe, commissario "super fortaliciis". Sempre al Bourget Johannes de Bordellis/Bordeaulx appare col titolo di 272 PIRANESI G. Parere su l'architettura, in "Controspazio" n. 8-9, agosro-settembre 1970, p. 21. 273 ]ACCOD ]. in BASA XXV 1939, p. 461.

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