Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 119 "capitaneus operum castri". Quale sarà stato il peso di questi personaggi nella scelta di opzioni progettuali e costruttive? Quello che appare certo è che tra i membri della classe dirigente dell'epoca moiti dovevano essere esperti cu!tori delle problematiche dell'ingegneria e dell'architettura militari. Lo dovevano essere per necessità professionale e per formazione e non possiamo escludere che in più casi lo fossero anche per scelte, curiosità e passione personali. Sarge quindi il dubbio che il silenzio dei conti riguardo al progettista o ai progettisti dei lavori fosse forzato dall'inesistenza di un progettista vero e proprio nel senso che noi attribuiamo oggi a questo ruolo. I..:ipotesi che si puo avanzare èche più che ad un progettista isolato ede– miurgico, di stampo maderno, si debba piuttosto pensare ad una "situazione progettuale" in cui il committente e i suoi collaboratori, enucleando le esi– genze funzionali, individuavano serie di soluzioni formali che dovevano poi ve– nire sottoposte a tecnici operativi professionisti: lathomi, carpentieri, magistri zngenzorum. Una situazione in parte riconducibile ad un quadro ipotetico di questo tipo è per altro documentata, proprio nei conti di Amedeo VI, nella breve no– tazione relativa alla costruzione della certosa di Pierre-Châtel. Come ho già se– gnalato, il 7 gennaio 1382, illathomus Jean Porret, il commissario alle fortezze Bonifacio de la Mothe e il funzionario di corte Antonio Curtet erano inviati "in dicto loco Petre castri ... pro advidendum quibusdam operibus .. ad opus cuiusdam domus ordinis carthusiensium guam ibidem fundare proposuit do– minus"274. Nonostante la concisione del testo la situazione descritta sembra abbastanza chiara. La scelta iniziale parte dal conte. Si potrebbe anche riflet– tere sulle sue motivazioni facendo moita attenzione agli anni. Siamo nel gen– naio 1382. Neanche tre anni prima, ne! 1379, Filippo l'Ardito di Borgogna aveva acquistato dei terreni alle porte di Dijon, a Champmol, con l'intenzione di usarli per I'insediamento proprio di un monastero certosino. I lavori a Champmol sarebbero poi iniziati ne! 1383, l'anno dopo il sopralluogo di Por– ret e soci a Pierre-ChâteJ2 75 . È molto probabile che fosse già in corso una sorta di gara di emulazione e di prestigio e, nonostante il chiaro divario di potere, quanta meno economico, il conte Verde era sicuramente, per carattere e per– sonalità, tipo da mettersi in competizione anche col ricchissimo duca di Bor– gagna. Sta di fatto che ad occuparsi della questione sul campo vengono subito 274 Infra nota 223. 275 Sulla Certosa di Champmol v. ora L'art à la cour de Bourgogne. Le mécénat de Philippe le Hardi et dej ean sans Peur (1364-1 419), catalogo della mostra, Dijon 2004.

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