Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 121 Singolare poi la successione dei diversi appalti. Limitandoci alle tratte di mura si vede come dopo il primo intervento di Magino de Jennella nei pressi del donjon- intervento che sembra essersi interrotto bruscamente, tanto da co– stringere a pagare altri lathomi per terminare le parti di lavoro rimaste in– compiute- i lavori vengono suddivisi in lotti separati. In una prima fase, nel 1376, si affidano contemporaneamente quattro lotti, due di dimensioni mag– giori, rispettivamente per circa 25 tese di lunghezza a Johannetus e per circa 20 tese ad Antonio Benedicti, e due di dimensioni minori, attorno alle 10 tese, a Petrus Solaz e a Johannes de Insula de Barralibus. Il lotto di Solaz è contiguo a quello di Johannetus ma quelli del Benedicti e del Barralibus sono isolati. In una seconda fase, alla fine del 1377, si affida una seconda serie di lotti. Mentre Antonio Benedicti comincia a costruire la torre innestata nel lotto che aveva costruito precedentemente, Johannetus costruisce altre 25 tese di muro per unire la tratta che aveva appena costruito alla tratta di muro del Benedicti. Petrus Solaz costruisce 15 tese di muro per connettere il pezzo che aveva già costruito a quello eretto dal de Barralibus e quest'ultimo costruisce altre 15 tese per connettere l'altra estremità del proprio primo muro a quello che aveva costruito Antonio Benedicti. Al termine dei lavori le diverse tratte si saldano in un'unica cinta ad anello dallo sviluppo di poco più di 120 tese: circa 250 metri di lunghezza. Il dato è interessante perché siamo di fronte ad uno sviluppo pari a circa la metà di quello che è il perimetro dell'attuale ca– stello di Chambéry. In effetti si puà supporre che, all'epoca del cantiere del conte Verde il castello comprendesse un poco meno della metà dell'estensione dell'attuale edificio. Quando, un quarto di secolo più tardi, Amedeo VIII de– cideva di procedere alla costruzione della Sainte Chapelle per conservare le preziose reliquie di famiglia, l' edificio, alla cui progettazione aveva fornito pa– reri Jacques de Beaujeu, sarebbe stato costruito in un'area che si trovava ancora "extra castrum" 277 • Interessanti anche le differenze di estensione delle diverse tratte affidate ai lathomi. Solaz e de Barralibus lavorano su tratte più brevi. Quella di Solaz era perà più alta. Alla fine dei lavori Solaz, Johannetus e Benedicti ricevono compensi superiori ai 2000 fiorini (rispettivamente 2282, 2532 e 2079) men– tre de Barralibus viene pagato 1326 fiorini. Si puà immaginare che la sua équipe fosse più piccola di quelle degli altri tre lathomi che invece dovevano equivalersi, al massimo con una leggera prevalenza di quella di Johannetus ri– spetto a quella del Benedicti. 277 PERRET A. L'atelier de sculpture et le chantier de la Sainte chapelle de Chambéry, in "Annesci" 21, 1978 p. 33.
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