Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

138 Bruno Orlandoni stato demolito e sostituito da un muro di nuova tipologia. Sembrerebbe anche il caso di questo tratto a cui lavorava Aimonetto Perreti; il conta, infatti, parla di uno spessore di quattro piedi e mezzo "alla base" del muro, mentre sap– piamo che di solito lo spessore delle murature dei castelli in Valle era di tre piedi. Dobbiamo quindi immaginare un muro a scarpa decrescente da uno spessore di quattro piedi e mezzo alla base a tre piedi o anche qualcosa di meno alla sommità e quindi uno spessore che comprendeva sia il muro vero e pro– prio che il suo rinforzo esterno a scarpa. Il canto ci informa dunque della necessità di rifare parte del muraglione di cinta del castello dietro alla cisterna, cioé al vertice nordoccidentale della cinta, "dietro alla salà' e "dietro alla porta vecchià'. Mentre resta dubbia l'ubi– cazione di questa porta vecchia (quella principale a nord oppure quella a sud verso la valle della Dora?) l'individuazione della sala sembra abbastanza sicura: nel castello se ne trovavano diverse - almeno due - differentemente ubicate, ma quella citata in questa occasione, anche da altre precisazioni contenute nei conti successivi, sembra potersi localizzare a ridosso della cinta orientale. I lavori in questo punta della cinta est e accanto alla cisterna a nordovest sono i più sostanziosi e si puo forse immaginare che proprio queste due fos– sera state le aree nevralgiche dell'assedio condotto dalle truppe sabaude con– tra gli uomini di Pietro di Cly. In effetti si puo osservare come soprattutto l'area ad est, caratterizzata da un piccolo poggio sopraelevato prospiciente la cinta muraria, sembri adatta per erigervi macchine da lancio con cui attaccare le mura. Da altre notazioni dei conti si puo dedurre che la presa del castello aveva provocato danni anche alla torre e alla "sala vecchià', il cui muraglione era merlato: potrebbe trattarsi ancora una volta dello stesso corpo orientale del castello, ma, in questo caso, potrebbe anche trattarsi di una sala nel corpo sud, in quella che doveva essere l'area residenziale più antica dell'edificio. Analizzando le entità degli imparti di spesa i due lotti di lavori affidati ad Aymonetto Perreti appaiono come i due più importanti dell'intera campagna di restauri. Aymonetto percepisce, da solo o coi suoi collaboratori, un com– pensa di ben 480 fiorini: una somma molto elevata; la più alta- e di molto– tra tutte quelle corrisposte ai diversi artigiani e capomastri presenti al castello. 1 lavori, pero, non sono ancora terminati. Dopo un intermezzo relativo al pagamento di diversi carpentieri impegnati a riattare "tini e dogli che erano quasi del tutto distrutti" 318 si provvede ad affidare a Giovanni Pontron, pro– babilmente uno sterratore, la sistemazione di terrapieni davanti e dietro alla 318 "rinas er dolia, que eranr quasi omnino desrrucra" in PESSION I, p. 141.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=