Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

144 Bruno Orlandoni dell'acquedotto. Si acquistava un grande tronco di noce; due uomini erano impegnati per la durata di una giornata a ridurlo in assi; il carpentiere Pietro Lucat con due soci, infine, in due giornate di lavoro, montava la vasca e la collocava in opera. I conti degli anni 1379 e 1380 registrano una tipologia diversa di lavori. Si acquistano numerosi cerchioni per boni e tini e Aymonetto Perreti, con l'aiuto di altri tre carpentieri, restaura e ricerchia le botti del castello 339 • Non si tratta di un lavoro edile ma, come si è già visto al castello di Bard e come dimostreranno poi a fine Quattrocento i computa di Sant'Orso, era uno di quei lavori che con maggior frequenza veniva affidato ai carpentieri. Le boni, anche nei centri più ricchi e avanzati, erano ancora quasi sempre cerchiate in legno; cio ne aumentava la fragilità e costringeva a rifacimenti e risistemazioni di fatto annuali. Sappiamo anche, dall'inventario del 1376, che le boni in questione erano "tredici ... tra grandi, piccole, vecchie e mal cerchiate e quattro tini vecchi" e che si trovavano, le botti "nella grangia posta nel recinto sotto il suddetto castello", i tini (anch'essi "male circullatas") "nella piazza della suddetta grangia'' 340. 3.4 AYMONETTO PERRET! LATHOMUS ET CARPENTATOR. l RESTAURI DI CLY NE! DUE ULTIMI DECENNI DEL TRECENTO Dei primissimi anni del nuovo decennio non si sono conservati docu– menti contabili relativi a lavori edili. Dal1383, invece, riprendevano campa– gne di restauri di maggior impegno, condotte forse anche secondo una certa intenzione di sistematicità. Innanzitutto si costruivano "correrios seu corserias" lignei sopra le mura. Venti buoi portavano illegname dai boschi comitali "de Santavent" e il car– pentiere Clerico de Maisoncelles, con l'aiuto di tre manovali, montava i cam– minamenti341. Poco dopo Aymonetto Perreti interveniva con restauri e rinzaffi di piccole porzioni di muri: questi interventi erano localizzati prima "in muro grosso" per tre tese di lunghezza e due e mezza di altezza; poi "nel muro della porta del don– jon"342 per una tesa quadrata; poi ancora nel muro "della porta esistente sulla 339 AST 68/63 1/2, pp. 16-18 in PESSION 1, p. 206. 340 "tresdecim dolia inrer magna, parva, verera et male circulata et quaruor tinas ve– reres, sranres foris in plarea dicre grangie" si precisa anche che la grangia in questione era "sita in clauso subtus dicrum casrrum" v. GERBORE E. E. 1 ÜRLANDONI B. IL castello di Cly. Storia ed evoluzione di tm castello valdostano, Aosta 1988, p. 83 e PESSION 1, p. 163. 341 AST 68/63 1/3, p. 4, in PESSION 1, p. 254. 342 Gerbore idenrifica questo "muro porte donioni turris predicti casrri" ne! muro di

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