Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

166 Bruno Orlandoni strutture lignee ci ragguaglia il dato che in legno era il "granerium", che dob– biamo immaginare all'interno della cinta superiore. Si conferma poi il fatto che esistevano più cinte e che le torrette pensili si trovavano sia sulle cinte interne che su quelle esterne. Il conto precisa pure che per compiere più agevolmente tutti questi lavori si erano pure acquistate cinque scale in legno. I maestri avevano lavorato circa 32 giorni 400 erano stati pagati 5 soldi al giorno ed erano stati coadiuvati da di– versi manovali- un tale soprannominato Cavalliot, Johannes de Fornello, Jo– hannes Perrodi, un Pietro "dictus Bel" - a cui si erano affidati soprattutto i trasporti in opera e che erano stati pagati 3 soldi al giorno. La campagna del1385-87 siera chiusa con un ultimo intervento affidato al!athomus et carpentator Johannes de Cresto. I computa registrano: "Libravit Johanni de Cresto de Albardo, lathomo et carpentatori, pro tachia sibi data per dictum vicecastellanum faciendi pro tanto unum granerium in turri pontis le– vatorii castri Bardi pro victualibus dicti castri custodiendi ibidem videlicet fa– ciendi ibidem pro ipso granerio faciendo quendam parietem muri a parte castri. Item faciendi duo pavimenta seu betumos et solanos cum trabibus et postibus necesariis de subtus et de super, dealbandi dictum granerium facien– dique ibidem unam fenestram novam ferratam faciendi etiam in dicto grane– rio quinque interloca seu modia" 401 • Evidentemente continuavano quei lavori che nell'arco di un decennio dovevano aver portato ad un'intera ricostruzione del corpo del ponte levatoio, trasformato in un vero e proprio corpo di guar– dia autonomo. Il granaio di cui si parla sembrerebbe essere stato un vero e proprio piccolo annesso, probabilmente appoggiato al muro del torrione del ponte levatoio "a parte castri", cioé verso sud, verso la roccia. Un'ultima osservazione riguardo ai maestri impegnati. Oltre ai due Per– reti, mi sembra interessante sottolineare la presenza di altri due personaggi. Il testo cita in ordine i "magistrorum Bonini de Fobia, Johannis de Cresto" e poi subito dopo "Dominici filii naturalis dicti Bonini (... )de Pedelays". Non so come interpretare quel "de Pedelays"; probabilmente si tratta di un altro ca– pomastro il cui nome di battesimo è stato mangiato da una lacuna nel testo. Dominicus e Boninus de Fobia, o de Fobis, erano pero già noti. Il fondo Val– laise dell'Archivio storico regionale conserva infatti un documento che li ri– guarda: "1401 Ier octobre. Convention intervenue entre Jean Cutella, clavaire, 400 "Tarn unus plus quam alius minus" v. AST Sez. Riun. Camerale Savoia, 68/29/15 conro del castellano Aimone di Challanr, parzialmenre rrascrirro in BAUDIN E cir. 2001, p. 5. 401 AST Sez. Riun. Camerale Savoia, 68/29/15 conro del casrellano Aimone di Chal– lam, parzialmenre rrascrirro in BAUDIN E cir. 2001, p. 6 n. 9.

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