Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 167 et Antoine Tolegnum, consul de la Commune de Biella, au nom de la dite Commune, d'une part, et maître Dominique de feu Bonin de Fobis, de Don– nas, d'autre part, à propos des recherches faites par celui-ci de la pierre à chaux à Bielle, de la construction d'une fournaise idoine et de la concession de pou– voir couper des arbres au-delà d'Oropa pour la calcination des pierres." 402 • Evidentemente Domenico, dopo la morte del padre Bonino ne aveva conti– nuato l'attività, forse anche specializzandosi ne! settore della produzione di calce, come testimonierebbe il documenta biellese. Tutti i lavori che ho fin qui elencato si svolgono sotto la supervisione, al– mena lontana, del castellano che non era altri che Aimone di Challant. Ai– mone moriva pero in una data non documentata che tutto indurrebbe a collocare proprio ne! 1387. Come spesso avveniva la lauta prebenda, rimasta di fatto scoperta, veniva affidata dai conte Rosso al figlio di Aimone, Bonifa– cio I di Fénis, già investito della carica di maresciallo sabaudo. Era Bonifacio che ne! 1388-89 faceva terminare i lavori iniziati dai padre alla torre dell'ingresso. Iilathomus Johannes Riva costruiva la scala in pietra ne– cessaria per accedere al granaio della torre appena costruito da Johannes de Cresta "Ha pagato a Giovanni Riva, tagliapietre, per la costruzione di certi gradini di pietra da lui fatti di nuovo vicino e pressa la torre del ponte leva– toio del suddetto castello, per andare al granaio della suddetta torre, seconda l'incarico a lui affidato per tanto, 40 soldi di moneta aostana" 403 • Ne! 1390-91 lo stesso Riva era nuovamente al castello insieme a Jaque– metus Perreti per ripassare i tetti degli edifici e delle torrette 404 • Ne! 1394-95 sono ali'opera nuovamente Johannes de Cresta e i due Per– reti: Giovanni e il figlio Jaquemetus. È questa l'ultima notazione fin qui rin– tracciata relativa a Giovanni. Si puo supporre che quella che doveva essere una vera e propria piccola impresa famigliare sarebbe poi passata sotto la direzione del figlio Jaquemetus che troveremo operante al castello ancora negli anni venti del Quattrocento 40 5. I tre per conto dei nuovo castellano lavorano alla copertura dell'edificio della sala e alla costruzione di una "magna mueta" sul donjon come testimo- 402 AHR FV car. 120 m. II doc. 59. 403 "Libravit Johanni Riva lathomo pro factura quorundam gradium lapidorum per ipsum de novo factorum iuxta et prope turrim pontis levatorii dicti castri pro eundo ad or– reum seu granerium dicte turris, in tachiam sibi datam pro tanto XL sol. mon. aug." v. AST Sez. Riun. Camerale Savoia, 68/29/16 conto del castellano Bonifacio di Challant, citato in F. Baudin, cir. 2001, p. 6 e nota 11. 404 BAUDIN F. cit. 2001 , p. 6. 405 Infra 9.6.
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