Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
170 Bruno Orlandoni 4. IL CANTIERE DI BONIFACIO DI CHALLANT A FÉNIS: 1 LAVORI 4.1 IL LIBRO DI CONTI DEL CASTELLANO DE DEL Per una curiosa combinazione storica, tra i molti edifici medievali ancora esistenti in Valle d'Aosta uno di quelli che puo essere studiato in maniera ab– bastanza approfondira grazie ai materiali documentari superstiti, è il castello di Fénis, vale a dire quello che, per le sue caratteristiche architettoniche, puo considerarsi uno dei vertici dell'architettura militare europea del Trecento, nonché il monumento della regione più noto anche al grande pubblico. Mentre ignoriamo tutto sulle fasi primitive della crescita del castello 415 e possediamo solo qualche vaghissima fonte indiretta sulla sua maggior trasfor– mazione trecentesca, poco prima della metà del secolo per volontà di Aimone di Challant, disponiamo infatti di un ricco quaderno di conti in cui il castel– lano De Del ha registrato buona parte delle spese relative ad un'ampia cam– pagna di restauri condotta per volere del figlio ed erede di Aimone, Bonifacio 1 di Challant il maresciallo, durante l'ultimo decennio del secolo 416 • Il quaderno non lo precisa eplicitamente ma è verosimile che la sua re– dazione sia iniziata all'inizio stesso dell'organizzazione del cantiere. 1 primi dati consistenti registrati dai castellano sono infatti relativi ad una serie di ope– razioni che potremmo definire di vera e propria impostazione del cantiere, in particolare ali'organizzazione degli approvvigionamenti dei materiali da co– struzione, che era in corso già nell393. È verosimile che le prime scelte direttrici di impostazione dei lavori do– vessera essere state solo di poco precedenti, almeno per quanto riguarda gli aspetti preliminari e di progetto. Si puo supporre che dall392 si dovessero es– sere contattati i primi capomastri discutendo con loro delle tipologie di lavori da condurre e si dovessero esser stretti i primi rapporti con i fornitori per il re– perimento dei materiali necessari al cantiere. È chiaro come, date le notevoli dimensioni dell'impresa, non sarebbe stato possibile immagazzinare a priori tutta la materia prima che, per banali motivi di stivaggio, avrebbe dovuto necessariamente accumularsi in tempi 415 Alludo qui ad un'ignoranza documentaria. Come si vedrà oltre, archeologia eden– drocronologia sranno cominciando a sollevare il velo anche sulle fasi primitive della cre– seira del castello. 416 AHR FC vol. 197 doc. 11. Tutte le valurazioni che seguiranno in quesro e ne! ca– pirolo seguenre sono condorre sulla rrascrizione del quaderno realizzara da Ezio Emerico Gerbore in occasione della pubblicazione di ÜRLANDONI B. Artigiani e artisti in Valle d'Ao– sta, lvrea 1998.
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