Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 173 scavo condotta ne! cortile in occasione dell'ultima sistemazione degli impianti tecnici del castello ha portato all'imprevedibile scoperta delle fondazioni di una grande torre. eedificio, evidentemente rasato al momento della "costru– zione" da parte di Aimone, se non prima, misurava circa 10 merri di lara, con mura spesse circa 180 cm., approssimativamente due tesé 21 • Ora con dimen– sioni simili è verosimile che proprio questo fosse il primitivo donjon del ca– stello. Si puo quindi anche immaginare che il termine di "platea donjonis" si fosse conservato per tradizione a memoria dell'antica struttura. Comunque in questo seconda caso non avrebbe indicato altro che il cortile interna ne! suo ms1eme. Il resto del registra di conti, apparentemente marginale, sembrerebbe quindi contenere una traccia inequivocabile e insieme una vera e propria de– scrizione- per quanto indiretta e sommaria- di un assetto primitivo del cor– tile del castello, che doveva coincidere almeno in parte con quello voluto da Aimone di Challant verso il1340, ma che era diverso da quello odierno e che, a giudicare dai computa, doveva essere sul punto di subire un'ulteriore tra– sformazione proprio durante la campagna di restauri del 1393. eassetto che i restauri di Bonifacio 1 di Challant intervengono a mutare è ipotizzabile interpretando la breve notazione dei computa alla luce dei dari forniti dalla planimetria dell'edificio. Si è sempre osservato come il corpo cen– trale di Fénis sia costituito da due ali relativamente regolari a nord e a sud, con– nesse poi rra lora da un terzo corpo occidentale la cui irregolarità sembrava determinata soprattutto dalla divergenza verso ovest delle due ali maggiori. A questo punto bisogna prendere atto di come questa irregolarità sia anche frutto del fatto che lo stesso corpo ovest non doveva far parte del progetto origina– rio dell'edificio. Il cortile su cui Bonifacio 1 stava intervenendo ne! 1393 era infatti ben più grande di quello attuale. Limpressione che si ha è che del corpo di fondo del cortile stesso dovesse esistere solo la metà meridionale, a sinistra, cioè la "magna coquina", mentre la metà settentrionale doveva essere scoperta e aperta, prolungando il cortile fin sotta il muro di cima a ovest. ln tal modo il cortile stesso si sarebbe effettivamente chiuso sotta la parete orientale del donjon - quello nuovo, della costruzione di Aimone -, coperta solo in parte dalla cucina ad essa addossata. Una situazione di questo tipo spiega perché questo ambiente venisse chiamato "platea donjoni" e una riflessione sui signi– ficati originari dei donjons non solo giustifica questo assetto , ma permette 421 D E G AITIS G. 1 CORTELAZZO M. 1 P ERJNEITI R. Une nouvelle lecture archeologi– que du chateau de Pénis, in Bollettino della Soprintendenza peri Beni Culturali, n. 1, 2003- 2004, pp. 167-169.

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