Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 177 centrale dellato meridionale del primo piano, che a questo punto possiamo !egare alla campagna costruttiva di Bonifacio. Troviamo poi una serie di pagamenti per trasporti: quasi sempre di assi. Deve trattarsi degli assi già registrati prima come acquisto e fattura che giun– gono sul cantiere in date diverse, scaglionate lungo tutta la durata dei lavori, a seconda delle necessità di utilizzo. La descrizione dettagliata delle misure delle travi fornisce ovviamente un dato di estremo interesse, soprattutto per– ché è possibile verificarlo ancora oggi sul corpo dell'edificio. Se anche si pos– sono immaginare sostituzioni avvenute nel tempo, le misure restano comunque le stesse e da un rilievo attento sarà possibile stabilire a quali parti del castello i materiali fossero destinati. In attesa di questa operazione di ri– cerca, da compiersi in siro e sulla base di rilievi dettagliati, ci si puà perà già servire di tre preziose informazioni contenute nel registro. I conti precisano infatti che sei somieri da otto merri servivano "per la sala inferiore", che ben otto dozzine di travi da sette merri servivano "pro che– vronibus" e che sei grandi tiranti da nove merri e sessanta e tre dozzine di travi, metà delle quali da duecentoottanta, servivano rispettivamente "per le logge" e per i !oro modiglioni. Da una collazione e un riassunto finale di questi dari si deduce che i conti testimoniano quindi lavori alla sala bassa, estesissimi lavori di rifacimento di tutte le coperture, tanto da richiedere la preparazione di ben novantasei travi per capriate, e soprattutto lavori pro logiis, cioè il rivestimento a loggiati di quel cortile che aveva appena assunto il suo assetto planimetrico definitivo con la costruzione del muro "per trabersum iuxta magnam coquinam" che ho già citato più volte. I lavori alla sala bassa in realtà implicavano interventi a tutta l'ala setten– trionale del castello, compresa una risistemazione integrale della sala maggiore che doveva fare- almeno da questo momento- tutt'uno con la cappella. Si registrano infatti l'acquisto di trecentoquaranta "latarum ... implicatarum in recto magne sale et cappelle domini" 43 1 e subito dopo l'acquisto di ventiquat– tro libbre di chiodi ad Aosta e l'ordinazione di quaranta libbre di chiodi al mastro chiodaio di Fénis "positarum et implicatarum in lactando magnam salam et supra capellam" 432 • Altri chiodi servivano "peri venti grandi modi– glioni posti sotto i somieri della sala bassa e della cappellà' e ancora "in fir– mando legenocz magne sale firmatis chevronibus, in firmando plures liores ibidem, in firmando les pennes que sunt posite subtus les porphy tecti dicte 431 AHR FC vol. 197 doc. 11. 4 3 2 AHR FC vol. 197 doc. 11 p. 18v.

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