Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
16 Bruno Orlandoni conclusioni concernenti raggruppamenti, attribuzioni, datazioni, identifica– zione di aree e toni stilistici? lntrodurre dementi di valurazione oggettiva di cio che manca potrà favorire un maggiore equilibrio nell'emissione del giudi– zio storico critico su cio che rimane". Cosl nel 1998, e ancora oggi, nel catalogo della mostra umbra in occa– sione del VII centenario della morte di Arnolfo di Cambio!, Bruno Toscano affronta il problema del rapporta tra esistente e "perduto" nella costruzione della storia dell'arte. Se un merito credo di poter rivendicare nei confronti degli sviluppi della storiografia artistica sulla Valle d'Aosta, questo consiste proprio nell'aver cer– cato per primo, - se non in assoluto almeno per primo con una certa insi– stenza - di porre al centra della ricerca e dell'attenzione del pubblico il problema delle distruzioni e delle dispersioni. Fin dalla preparazione della monografia sul castello di Fénis messa in can– tiere con Domenico Prola nell979, siera formata in me l'impressione che, al di là delle apparenze superstiti, la cui lettura era spesso viziata da interpreta– zioni venate di romanticismo, dietro alcuni episodi di arte valdostana si na– scondesse uno straordinario spessore storico, intuibile solo più grazie a disiecta membra, che in qualche modo, forse, era ancora possibile riconnettere almeno in parte, nel tentativo di costruire un quadro di riferimento che avrebbe do– vuro essere storico, prima che storico/artistico o storico/architettonico. Non che non sentissi il fascina di quelle letture che a Fénis sottolineavano soprattutto l'"aspetto bellicoso che respinge i visitatori" e che "racchiude tut– tavia nel suo augusto interna una pace infinità' 2 • Erano di certo in parte vere. Ma quanto mai parziali. Per contra avevo l'impressione che moiti aspetti del tardomedioevo valdostano, che erano stati letti solo in una dimensione locale, o al massimo piemontesizzante, portassero invece molto più lontano. Non a caso in un breve saggio scritto a quattro mani insieme a Domenico Prola, sot– tolineavamo la necessità di indagare a fondo le matrici transalpine di moita arte valdostana in alternativa alla direzione italocentrica che siera imposta fin dalle prime ricerche di Alfredo d'Andrade 3 • In effetti ben lontano conduceva la 1 TOSCANO B. Vademecum per una storia dell'arte che non c'è, in Roma maderna e contemporanea, VI, 1-2, 1998, pp. 15-34, dedicato a Conservato eperduto a Roma. Per una storia delle "assenze" e GARIBALDI V., TOSCANO B. (a cura di), Arnolfo di Cambio. Una rinascita nell'Umbria medievale, catalogo della mostra, Perugia!Orvieto 2005. 2 GIACOSA G . Castelli Valdostani e canavesani, Milano 1925. 3 PROLA D. 1 ÜRLANDONI B. Alfredo d'Andrade: salvaguardia, conservazione, restaura alle origini della storiografia artistica in Valle d'Aosta, in CERRI M. G . 1 BIANCOLINI FEA
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