Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 183 di quanto poco abbiamo capito fino ad ora del castello di Fénis e della sua re– altà più profonda. È evidente infatti che il castello non era solo un castello, come l'abbiamo sempre percepito e come lo percepiva già Alfredo d'Andrade nel secolo scorso. Era molto di più. Era un vero e proprio sistema polivalente a scala territoriale. Già solo le dimensioni del comprensorio che si riesce a ricostruire sulla base di una prima osservazione sono almeno triple rispetto alle dimensioni attuali del castello. E non è detto che questo comprensorio non fosse anche più ampio. Non è detto infatti che gli alberi da frutto fossero stati piantati all'interno del ver– ziere. Avrebbero potuto stendersi sui prati del grande pianoro che scende a sud fino alle pendici dei monti, dove si trova il villaggio che già allora si chia– mava - forse non a caso - Pommier. Comunque si deve osservare che in quella direzione, verso sud, a metà percorso tra il castello e Pommier, si trova oggi un rudere chiaramente me– dievale che, a dispetto dello stato di assoluto abbandono, sembra denotare una costruzione antica. Sul fronte settentrionale di questo edificio- che è tradizionalmente noto come "casaforte Challant" 447 - si era poi intervenuti con la sistemazione di due nuove carene angolari e con l'apertura di una bifora quadra e di due fi– nestrotti; tutto cio in un'epoca che - dalla tipologia delle aperture - sembra dover coincidere in tutto e per tutto con quella dei lavori di fine Trecento al castello: la decorazione dell'appoggio degli stipiti della bifora al suo davanzale riappare identica, nella stessa collocazione, nella grande finestra crociata aperta in rottura al centro della parete occidentale del donjon del castello. È evidente ovunque, ancora oggi, sul siro, che l'intervento sul territorio aveva determinato un vero e proprio rimodellamento complessivo di tutta l'orografia locale. _ ln passato, come possiamo stabilire dalle foto d'epoca superstiti, questo vero e proprio intervento di architettura del paesaggio doveva essere ancora più evidente. Una famosa, bellissima foto Alinari, presa più o meno al momento del– l'acquisto da parte di d'Andrade alla fine dell'Ottocento 448 , mostra il castello da est profilato sul suo colle sopra una complessa serie di muri di conteni- 447 Se non sbaglio I'unica citazione bibliografica della casaforte Challant è in ZANOTTO A., Castelli valdostani, Aosta 1975. 448 PROLA D. (a cura di), La Valle d'Aosta si a.lfaccia al nuovo secolo. Archivi A/inari 1892-1930, Firenze 1979, pp. 58-59.
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