Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelLi 191 dall'adiacente deposito, all'intemo del deposito stesso, ad una certa altezza dal suolo, si scorge a fatica la figura affrescata di un santo. In un sopralluogo com– piuto recentemente ho rianalizzato il frammento di cui restano leggibili solo minimi dettagli- ad esempio un piede nudo- e pero quasi tutta la comice di contenimento. Ora illato superiore di questa comice è esattamente a filo del soffitto, tanto che la testa del personaggio, oggi di fatto illeggibile, in origine doveva trovarsi praticamente a pochi centimetri dal soffitto stesso. Evidente– mente il soffitto di quella stanza, che è anche pavimento della sovrastante cap– pella, doveva essere più alto di almeno alcune decine di centimetri, per permettere all'immagine quel respiro che caratterizzava di norma le composi– zioni medievali. È verosimile che altre tracee di questi interventi si possano in– dividuare attraverso una lettura dettagliata delle strutture murarie e degli intonaci superstiti. Il discorso deve estendersi a tutto il complesso dell'edificio, perché sicu– ramente ai lavori di sterro e sottoscavo nell'ala nord veniva fana corrispon– dere anche un'operazione analoga nella parte ancora libera del cortile e nell'ala sud, dove pero non esistono interrati. Questa fase dei lavori è documentata da altri pagamenti: agli operai Giovanni de Bagnyes e Giovanni di Pietro de Exerto "per estrarre la terra del cellario e dellarderio che si trova di fronte alla cistema e per rimuovere e portare fuori la terra esistente nella piazza del don– jon del castello di Fénis"; la terra in questione sarebbe stara trasportata dai due "alla vigna del signore" 4 5 9 • Di nuovo bisogna fare attenzione alla Jettera del resto dei conti, in parti– colare alla notazione relativa alla terra "cellarii et larderii existentis ante citer– nam". La cistema, come si è già visto, non puo che essere l'unico pozzo presente ne! castello, ne! vano aperto al piano terreno al centro del fronte si– nistro, meridionale del cortile. Illarderio doveva quindi essere o la stanza an– golare di sud-est o il vano centrale del lato meridionale. Ma solo il larderio era "existentis" (al singolare) davanti alla cistema. Il cellario doveva essere da un'altra parte. Il termine puo tradursi oggi con dispensa, ma anche con cantina. E se accettiamo quest'ultima traduzione di nuovo ci troviamo di fronte ad una lo– calizzazione forzata. Stabilito che l'interrato sotto il salone nei conti è rego– larmente definito "penu", il cellario-cantina non puo che essere l'unica struttura profonda interamente sotterranea del castello. 459 " • • . pro exrrahendo rerram cellarii et larderii exisrentis ante cirernam et pro repa– rando et extra porrando rerram existentem in plarea donioni castri fenicii de quibus terra fuit portataper eosdem ad vineam domini ... ":v. AHR FC vol. 197 doc. 11, p. 23r.
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