Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 201 dell'edificio. Come ci permettono di capire i computa del1393, varcato il por– tale della torre orientale di ingresso interno ci si doveva novare di fronte ad un unico grande cortile di dimensioni più che doppie rispetto a quello attuale. Il grande cono ottico del cortile era chiuso al fondo dalla cima muraria occi– dentale del castello che aveva al suo centro il grande donjon mentre ai lati, come due quinte divergenti, dovevano estendersi le facciate di due corpi abi– tativi. Si puo anche sottolineare la distinzione funzionale di questi corpi. La presenza di affreschi frammentari induce a vedere nel corpo nord la sede resi– denziale e di rappresentanza principale, mentre la presenza di una cisterna in– duce a vedere in quello sud il corpo dei servizi. Le nostre informazioni sull'assetto di questi corpi sono minime. Sap– piamo dell'esistenza di monofore ad architrave monolitico archiacuto trilo– bato, dal momento che ne resta una in sede nel corpo meridionale. Sappiamo dell'esistenza di una scansione verticale completamente diversa da quella at– male, dati gli spostamenti dei pavimenti. È verosimile che esistesse già una "gran sala", forse più piccola di quella attuale perché probabilmente separata dalla cappella. Tutto lascia infatti immaginare che il setto murario che oggi separa ancora al piano terreno la sala bassa dal vicino deposito orientale si sviluppasse in al– rezza a dividere in due porzioni nettamente isolate anche sala e cappella. Si puo anche osservare come la più tarda decorazione ad affresco della cappella, voluta sicuramente sempre da Bonifacio 1 di Challant, probabilmente verso il 1414, rispettasse idealmente questa divisione anche dopo che il muro era stato ridotto in altezza in modo da {mire i due vani. È di fatto sicuro che entrambi i due carpi principali nord e sud affacciati · sul cortile fossero almeno già a due piani. ln quello meridionale abbiamo la te– stimonianza della finestra trilobata. ln quello settentrionale quella di due fi– nestre sulla parete est murate- ma ancora leggibili- per far posto all'attuale finestra crociata della grande sala e quella di una monofora primitiva al fondo della parete nord sempre nel salone. Per quanto riguarda quest'ultima finestra si deve osservare che contiene anche un'altra testimonianza chevale la pena esaminare. 4.10 LA MADONNA Dl PÉNIS Al suo interna, infatti, sullo sguancio destro, si trova un frammento di af– fresco che sembrerebbe riferibile proprio a campagne costruttive decisamente arcaiche, forse anche precedenti a quella di Aimone di Challant. I..:affresco rappresenta una Madonna col bambino ed era stato pubblicato, da Prola e da me nella monografia sul castello di Fénis, quando era ancora
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