Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 205 In altri termini tutto sembra coincidere ne! farci apparire le datazioni fin qui proposte per Fénis come probabilmente troppo tarde. La decorazione prejaqueriana del salone del castello sembrerebbe infatti doversi collocare ben prima del 1340, apparentemente non oltre il 1320 499 • Addirittura rica– drebbe fuori dai limiti della committenza di Aimone di Challant per rien– trare invece prepotentemente nei termini di quella di suo nonno: Ebalo il Grande. Cio che poi interessa in questa sede è, ancora una volta, la possibilità di usare questa informazione in rapporto al problema della datazione dei lavori di Aimone di Challant al castello e, insieme, la sua uti!ità per definire in ma– niera un poco più ampia i contorni di una committenza che certamente non dovette limitarsi al solo rustico murario. 4.11 LA SECONDA FASE COSTRUTTIVA DI AIMONE DI CHALLANT La presenza di almeno due piani fuori terra in entrambi i corpi resi– denziali del castello di Aimone pone anche il problema dei collegamenti ver– ticali. È verosimile che questi fossero affidati a scale lignee esterne. Si puo im– maginare che almeno i piani nobili, soprattutto quello del corpo nord, ali'al– rezza della sala, fossero illuminati da alcune finestre aperte verso il cortile e si puo anche immaginare che queste esistano ancora, tamponate sotto gli into– naci dei restauri successivi. Puo considerasi praticamente sicuro che su una situazione di questo tipo sarebbe già intervenuto lo stesso Aimone di Challant. In una fase intermedia tra il1340 circa e il 1380 Aimone doveva porre mano ad una campagna di ri– maneggiamenti del suo castello che comportava alcune trasformazioni. Una, già individuata in passato, consisteva nella sopraelevazione del donjon e della grande torre cilindrica angolare di nord-ovest. È probabile che questa campagna sia stara contestuale anche alla costruzione delle due torri nuove: quella mediana della cima di ingresso, chiamata rivellino nei computa del1393, e quella a ridosso dello stesso rivellino, immorsata alla pa– rete meridionale del corpo centrale del castello. Quello che i computa sem– brano dire, anche se non in maniera del tutto esplicita, è che dai momento che si lavorava al rivellino, questo, ne! 1393- 1395, doveva comunque già esistere. 499 Effetrivamente al 1310-1320 data la Madonna Elena Brezzi in Ro sSETTI B~ZZ! E. La pittura gotica in Valle d'Aosta, in Fragmenta picta, caralogo della mosrra Sarriod de la Tour 2003, p. 16.

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