Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 209 marcapiano in pietra che fungeva da mancorrente al ballatoio in muratura del primo piano con quella, ben più approssimativa, che caratterizza il mancor– rente del piano superiore. I motivi araldici che decorano il balcone affrescato, sulla più bassa di que– ste due pareti, permettono un'ipotesi di datazione molto precisa di quest'ul– timo intervento di trasformazione del cortile: al tempo di Bonifacio II di Challant, prima del suo secondo matrimonio con Maria di Coligny, dopo il matrimonio del suo primogenito Giovanni con la cugina Caterina di Challant, vale a dire prima dell434 dopo ill430 502 • 4.13 Gu ELEMENT! COSTRUTTIVI Un'ultima serie di valutazioni riguardo alla campagna di restauri di Bo– nifacio di Challant è possibile ne! merito delle varianti formali messe in opera da tagliapietre e carpentieri nella preparazione dei singoli dementi costruttivi e decorativi. Alla campagna di fine Trecento si dovrebbero assegnare innanzitutto tutte le finestre principali ad esclusione della sola monofora trilobata della parte sinistra della facciata e della piccola monofora del salone decorata con l'affresco della Madonna col bambino. Quindi tutte le finestre cro– ciate che, per quanto ne sappiamo oggi, sembrano essere apparse in Valle proprio qui a Fénis su questo cantiere di Bonifacio di Challant. Alle fine– sue crociate bisognerà ancora aggiungere la bifora della parete meridio– nale del secondo piano, con un architrave dai singolare profilo carenato, unico in Valle, e diversi finestrini a taglio rettangolare. È verosimile che sempre a questa campagna si debba assegnare anche una parte delle feri– toie. Contestuale alla risistemazione delle finestre dovette essere quella delle porte. Sarà opportuno repertoriarle sistematicamente ma già da ora sembra possibile assegnare ai tagliapietre di Bonifacio tutte le porte ad architrave piatto e vertici superiori arrotondati, quali quella della sala del primo piano e quella della camera attigua verso ovest, oppure quali le due dellato meridionale dello stesso ballatoio del primo piano. Si tratta sempre di porte a stipiti in pietra ta– gliata mentre sembra che quelle del castello di Aimone fosserb prevalente– mente porte in mui:atura intonacata. Un esempio di queste aperture più antiche, quasi tutte scomparse ne! corso del restauro di fine Trecento, è ancora visibile al piano terreno sul cortile, nella porta di accesso alla cucina, sul fianco 502 Al riguardo non mi pare si siano mai avanzate ipotesi più consistenti di quelle proposre da me in ÜRLANDONI B. 1 PROLA D. cir. Aosra 1982.
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