Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
210 Bruno Orlandoni sinistro dello scalone. Si tratta di una porta archiacuta che puo confrontarsi si– gnificativamente con l' attigua porta di accesso al vano centrale del franco me– ridionale del cortile. Questa, in pietra modanata, deve assegnarsi a mio avviso alla campagna di Bonifacio e nella sua realizzazione è possibile che i taglia– pietre abbiano rinunciato al più moderno architrave piatto proprio per ana– logia con la più antica porta contigua. Sempre a muratura intonacata sono poi la porta della sala bassa e quelle degli interrati. Ad arco acuto ma in bei blocchi di pietra da taglio è invece la porta che dalla camera centrale del primo piano del corpo meridionale dà accesso alla camera angolare di sudovest. La porta che le fa fronce sul lato opposto della stessa camera dando accesso al vano di sudest- cosiddetto tribunale- ha invece un profilo carenato. Fin qui mi era sfuggita e va invece segnalata per la sua importanza: a soli cinque anni di distanza dalla porta carenata del primo piano del cortile di Verrès, datata 1390, testimonia della prima diffusione di quello che poi, fin oltre la metà del Cinquecento, sarà il tipo di profilo più diffuso nell'architectura di qualità della Valle. Altra serie di dementi riferibile alla campagna del 1393-1395 tutti ica– mini ad architravi lignei, apparentemente simili rra lora. Problematiche in– vece le collocazioni dei due camini in pietra della sala bassa e della cosiddetta camera del conte. Il primo potrebbe essere più antico e aver subito al tempo di Bonifacio un rimontaggio non del tutto corretto, tanto che una testina scol– pita su una delle due mensole appare oggi in una posizione incongrua. Il se– condo potrebbe invece essere anche più tardo, e datare, per esempio, a quella campagna del tempo di Bonifacio II che comporto sicuramente- rra il 1430 e il 1434 -la costruzione dei due serti murari sui due piani del ballatoio a est, con relative scala a chiocciola, finestrotta quadrata e porta a profili carenati. Lunica controindicazione a questa datazione sta nell'osservare che tutti que– sri ultimi dementi sono in stucco e porta a chiedersi per quale motivo, avendo a disposizione tagliapietre dellivello di quelli responsabili della realizzazione del camino, si fosse poi ripiegato sul meno costoso stucco per tutti gli altri dementi decorati. Alla campagna di Bonifacio 1 si dovranno infine assegnare buona parte dei soffitti delle sale del primo piano: mensole li tiche, modigliani in legno, travoni maggiori e travetti trasversali. Questi ultimi spesso rifatti nelle campagne di re– staure condotte a partire dalla fine dell'Ottocento, ma sulla base degli origi– nali supersiti. Alcuni dei grandi modiglioni lignei possono essere confrontati con quelli di sostegno delle logge del cortile e della balconata esterna della camera dell' angolo sudovest al secondo piano, anch'essa rifatta ma sulla base
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