Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 211 dell'originale rilevato da D'Andrade, quando era ancora intatto, nel secolo scorso 503 • Nei ballatoi oltre ai modigliani sembrano assegnabili alla costruzione ori– ginale di Bonifacio anche le lunghe travi di bordo e verosimilmente i montanti verticali. Le colonnine basse delle balaustre sono invece chiaramente più tarde. Il piano più basso di ballatai è poi rivestita per tutto il suo sviluppo, sul pro– spetto frontale sotto il piano di calpestio, da una serie di listelli su cui si ripe– tano con continuità dei bassi profili carenati. Si tratta di elementi rifatti nelle diverse campagne di restauri rra d'Andrade e Mesturino, ma su modelli origi– nali, come si puo dedurre dalle fota d'epoca precedenti ai restauri che mo– strano alcuni dei listelli originali ancora alloro posta. Ancora una volta, quindi, il profila carenata, usata pero come motivo di rivestimento alla basee non al vertice degli oggetti. Anche questa è un partito che si affermerà nel Quattrocento valdostano: in mobili e cassoni, ma anche in arredi più complessi, come, per esempio, nella scaffalatura della saletta degli archivi capitalari nella cattedrale di Aosta 504 • Tra i modigliani da soffitto mi pare che vadano segnalati in particolare quelli della sala bassa. Nei conti li si dovrebbe identificare là dove si registra la spesa di 28 soldi perla fattura di 40 chiodi da usare "in viginti bochetis gros– sis positis sub someriis basse sale etcappelle" 505 • Poco visibili nella penombra della sala sono uno diverso dall'altro e, nella straordinaria varietà delle loro forme, sono un'altra delle tante piccole meraviglie del cantiere di Fénis: un'ul– teriore testimonianza dell'originalità e della ricchezza sperimentale di cui erano capaci le maestranze di Bonifacio di Challant. Un'ultima osservazione sulle trasformazioni subite dal castello puo infine proporsi a partire proprio dalla breve notazione dei computa che ho appena ci– taro. Le venti mensole per cui si acquistavano i chiodi reggevano i travoni "della sala bassa e della cappella". La singolare citazione di questi due ambienti uno a seguito dell'altro, come se fossero contigui, non puo non riportarci al– l'affresco inedito che ho detto trovarsi nel piccolo vano attiguo alla sala bassa. Nonostante la sua attuale illeggibilità l'affresco rappresenta evidentemente un soggetto sacro, verosimilmente un santo, forse un apostalo perché raffigurata 503 Il rilievo in quesrione (Torino, Museo Civico, Fondo d'Andrade, 632 LT) è edito in ÜRLANDONI B. Castello di Pénis in CERRI M. G. 1 BIANCOLINI FEA D. 1 PITTA– RELLO L. (a cura di), Alfredo d'Andrade tutela e restaura, caralogo della mosrra, Torino 1981, ill. lOf. 504 Per un'immagine di quesro ambienre v. ÜRLANDONI B. Architettura in Valle d'Ao– sta. Il Quattrocento, lvrea 1996, ill. 244. 505 AHR FC vol. 197 doc. 11, p. 18v.

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