Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 215 padre, Aimone, il vero grande ricostruttore del castello di Fénis, si è avanzata l'ipotesi che la sapesse lunga a proposito di ingegneria militare e architettura 510 e di cerro sappiamo che il conte Verde lo aveva nominato direttore delle mine e delle macchine da guerra ali'assedio di Gex 511 • Ora se andiamo a leggere il curriculum di Bonifacio scopriamo che proprio un paio d 'anni prima del– l'inizio dei lavori di Fénis, ne! 1390, il maresciallo era stato anch'egli investito, dai conte Rosso, di una rilevante carica tecnica di corte: quella di ispettore alle fortificazioni dello stato 512 • È verosimile che proprio in quel ruolo avesse non solo ulteriormente per– fezionato le sue informazioni specifiche ne! settore, che già dovevano essere buone, ma anche che avesse stretto rapporti di conoscenza e frequentazione con tecnici, specialisti, capomastri. Il magister lathomus Sadono che ricorre con frequenza, ottimamente pagato a Fénis, era de Versoya, cioè di Versoix, in Chiablese. Si potrà osservare come Versoix fosse la patria anche di un altro il– lustrissimo architetto di primo Quattrocento: quel Nicolet Robert- figlio del– l'architetto sabaudo Jean Robert de Versoix- a cui dobbiamo niente meno che la costruzione della Sainte Chapelle di Amedeo VIII al castello di Cham– béry: "C'est à peu près à la même époque que s'élève la nouvelle chapelle du château de Chambéry (Savoie), également flamboyante dans ses voûtes appa– remment, dont l'exécution est confiée en 1408 à Nicolet Robert, originaire de Versoix (alors savoyard) et venu de Genève" 51 3 • Sadono non era quindi un valdostano, come il carpentiere Panterea che sembra essere stato del cantone di Vaud. È possibile che entrambi fossero stati contattati da Bonifacio proprio nell'ambito della sua attività di ispettore dei cantieri sabaudi di ingegneria militare e comunque si puo clare per quasi sicuro che illoro arrivo in Valle sia la conseguenza delle frequentazioni transalpine di Bonifacio. Cosl è altrettanto possibile che questi capomastri fossero stati scelti in base alle !oro specifiche capacità di realizzazione di progetti nella cui conce– zione lo stesso Bonifacio doveva aver avuto ampia parte, anche in base alle sue conoscenze dell'architettura sia signorile che militare dell'epoca. Alcuni riferimenti sembrano chiari. Le finestre crociate che a Fénis, per 51 ° CAVALLARI MURAT A. La trecentesca "porta d'Aymone" in Lanza Torinese, in BSPABA N.S. 1 1947. 511 VACCARONE L. Scritti sui Cha/fant ed. ac. di L. COLLIARD Aosra 1967, rav. IV. 512 VACCARONE L. Scritti sui Cha/fant ed. ac. di L. COLLIARD Aosta 1967, tav. IV. 5 ' 3 GRANDJEAN M. Remarques sur le renouveau flamboyant et la Renaissance dans l'ar- chitecture entre Saône etAlpes, in N ATALE M. 1 ELSIG F. (a cura di), La Renaissance en Savoie. Les arts au temps du duc Charles II (1504-1553), Ginevra 2002, caralogo della mostra, p. 38.

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