Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

216 Bruno Orlandoni la prima volta in Valle, diventano il vero elemento caratterizzante della fac– ciata del palazzo, assumendo un ruolo che nell'architettura locale manterranno poi per tutto il secolo successivo, fin oltre l'inizio del Cinquecento 51 4, potreb– bero davvero arrivare da Avignone, dove Bonifacio le aveva sicuramente viste sia ne! palazzo papale che - forse soprattutto - nelle innumerevoli livree car– dinalizie515. Cosl sempre da Avignone sembrano arrivare i disegni di certe mensole. Quella litica che regge la cappa del camino della cosiddetta "sala da pranzo" al primo piano, per esempio, sembra derivare direttamente da alcune mensole dei soffitti dell'avignonese livrea di Ceccano. In questo caso il problema con– siste semmai ne! fatto che questa mensola potrebbe essere anche precedente alla campagna di restauri di Bonifacio, già realizzata dai tagliapietre operanti per Aimone di Challant 516 . Altri riferimenti sono di più difficile individuazione, perché non diretti ma mediati da reimerpretazioni locali, ma almeno uno mi pare altamente pro– habile. Il cortile di Fénis verrà interamente decorato da un paramento affre– scata a losanghe bianche e nere (e in parte bianche e rosse). La combinazione del bianco e del nero era particolarmente gradita a Bonifacio che l'avrebbe fatta diventare l'elemento dominante anche della decorazione del coro di San Francesco di Aosta, sia nell'alternanza della scacchiera delle mattonelle mar– moree del pavimento, che nella zebratura delle fasce di paramento del suo sar– cofago517. Il nero e il rosso, col bianco, erano per altro i colori degli smalri dello stemma Challant e il nero, in particolare, doveva essere anche un colore araldico specifico del maresciallo, come si imuisce dai suo testamento, là dove il signore ordina che al suo funerale vengano offerte "le sue due bandiere, 514 Sulla fortuna delle finestre crociate in Valle d'Aosta v. ÜRLANDONI B. Architettttra in Valle d'Aosta. Il quattrocento, Ivrea 1996. 51 5 Sull'architettura civile trecentesca ad Avignone v. ALIQUOT H. Montfavet, Le Pon– tet, Sorgues, Avignon. Les palais gothiques aux XIV' et XV' siècles, Marguerittes 1993. SouR– NIA B. 1 VAYSSETTES J.-L. Villeneuve-lès-Avignon. Histoire artistique et monumentale d'une villégiatttre pontificale, Paris 2006. 516 Questa mensola appartiene a quella serie che- come si è già visto (v. Infra 1.12) - puà riferirsi ad una mensola superstite del camino del salone maggiore al castello Val– laise di Arnad e ad una mensola lignea superstite ne! salone maggiore di Ussel. La mensola di Arnad è edita in M.VV. Castelli e Torri in Val d'Aosta, Aosta 1997 ill. a p. 229, quella di Ussel mi pare inedira. Va da sé che la presenza di queste mensole in edifici cosrruiri uno (Ussel) sicuramente arrorno al 1343, l'altro probabilmente negli stessi anni, depone a fa– vore di una datazione anche delle mensole del camino di Fénis anorno agli stessi anni, quindi alla prima campagna di Aimone di Challanr. 517 ÜRLANDONI B. (a cura di) La chiesa di San Francesco in Aosta, Torino 1986.

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