Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 217 quella con le sue armi e l'altra nera" 518 . Ora non è assolutamente dimostrabile ma è comunque molto probabile che l'adozione dell'alternanza bianco-nero in contesta architettonico possa derivare a Bonifacio dalla sua frequentazione di Genova e dei ceneri costieri tra la Liguria e Nizza dove quei colori erano - e sono - notoriamente dominanti nei paramenti decorativi sia dei palazzi che degli edifici religiosi 519 • Quello che invece sembra restare del tutto privo di riferimenti noti, a Fénis, è anche quello che si potrebbe considerare il vero culmine concet– tuale di tutta la campagna di restauro, vale a dire il meraviglioso scalone del corrile. Ho osservato in passato come questo sembri configurarsi come una sorta di castello o di torrione in miniatura, incastonato in una simbolica cima muraria che effettivamente è presente nella decorazione pittorica delle pareti, riassunta e suggerita, più che oggettivamente rappresentata, da! co– ronamento merlato affrescato sopra il paramento a losanghe del piano ter– reno520. La sinteticità del tutto e gli effetti di fuori scala inducono ad una ipotesi. Che almeno in questo caso i modelli di riferimento non vadano cer– cati tanto ne! campo dell'architectura quanto in quello della pittura e più an– cora della miniatura. In passato avevo segnalato delle miniature della Divina Commedia che potevano aver servito da tramite per l'idea dello scalone a cornici concentriche degradami. È pero difficile dimostrare la conoscenza diretta della Commedia in area alpina occidentale in date cosl alte. Piutto– sto si possono segnalare anche altre potenziali fomi informative, sicura– mente ben più credibili per effetto della !oro contiguità culturale rispetto a quella che doveva essere la formazione di Bonifacio e dei suoi fratelli. La più significativa mi sembra il manoscritto dello Speculum Humanae salvationis 2505 della Hessischen Landes - und Hochschulbibliothek di Darmstadt. Se sulle sue pagine andiamo ad osservare immagini quali quella 518 "Item, vult et ordinat dictus restator quod penonus suus, duae suae banderiae, ilia de suis armis et alia nigra et estendardus suus, spata sua, suus scutus cum timbro suo, suis equis pedester (?) per nobiles ibidem in dicta sepultura praesentes offerentur ut est moris" v. ZANOLLI O. Les testaments des seigneurs de Challant, I Aosta 1974, p. 156. 519 Il problema dei contatti genovesi è tutto da affrontare. Si deve pero ricordare come la nonna di Bonifacio, madre di Aimone, fosse una genovese, Beatrice Fieschi, e come, quindi, per questo motivo, gli Challant di Pénis fossero imparentati con alcuni tra i mag– giori committenti d'arre liguri del Trecento, quali, per esempio, il cardinale Luca Fieschi. I rapporti con tutta la fascia costiera mediterranea saranno per altro una costante per Bo– nifacio, figura centrale della politica sabauda in tutta l'operazione che avrebbe porta ta al– l'acquisizione di Nizza. 5 20 ÜRLANDONI B. 1 PROLA O . Il castello di Pénis, Aosta 1982.
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